Smart working prorogato al 31 marzo per lavoratori fragili, cosa succede per chi ha figli under 14
Lo smart working semplificato continuerà nel 2023, ma solo per qualcuno. Una proposta di modifica alla manovra finanziaria, approvata dalla commissione Bilancio della Camera, prevede infatti che il diritto al ‘lavoro agile' sia prorogato per tre mesi per i lavoratori fragili, ma non per i genitori di figli under 14: questa categoria non è citata nel testo dell'emendamento.
L'esame degli emendamenti si è concluso e il testo della manovra è atteso domani mattina alla Camera. I tempi saranno strettissimi, con una discussione domani e il voto in arrivo già venerdì. Con tempistiche ugualmente rapide la legge dovrebbe poi giungere in Senato martedì 27 dicembre, dove ci saranno pochi giorni – fino al 31 dicembre – per dare l'approvazione definitiva. C'è ancora la possibilità che la norma sullo smart working cambi, quindi, ma sembra difficile.
Il decreto Aiuti bis, ad agosto di quest'anno, aveva previsto che fino al 31 dicembre 2022 i lavoratori fragili e con gravi disabilità lavorassero "di norma in modalità agile". Se necessario, anche venendo adibiti a una mansione diversa dalla solita – pur restando nella stessa "categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti", e senza cambiamenti nello stipendio.
Quando si parla di lavoratori fragili, si fa riferimento a una categoria che comprende tutti coloro che, dietro certificazione medica, risultano immunodepressi, con terapie salvavita in corso, pazienti oncologici o con disabilità gravi. Per tutti questi lavoratori e queste lavoratrici, sia nel settore pubblico che nel settore privato, la modalità smart sarà prolungata fino al 31 marzo 2023. Di nuovo, se necessario, per mantenere la possibilità di lavoro agile si potrà anche essere assegnati a una mansione diversa.
Nel 2022, però, la stessa misura è stata applicata anche ai dipendenti privati che avevano almeno un figlio minore di 14 anni. Per loro c'era il diritto di lavorare in smart working, anche senza accordi individuali con il datore di lavoro. L'unico paletto era che l'altro genitore non fosse senza lavoro e non ricevesse strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell'attività lavorativa – insomma, che non ci fossero altre possibilità di lasciare una persona a casa per prendersi cura dei figli.
Nel 2023, invece, per questi genitori non ci sarà più il diritto di smart working. Starà ai singoli datori di lavoro concordare eventuali modalità di lavoro agile. Infatti, uscendo fuori dalle modalità ‘eccezionali' previste dal decreto Aiuti bis, i genitori di under 14 torneranno a seguire la normativa standard per quel che riguarda il lavoro agile. In particolare, nel caso in cui abbiano bisogno dello smart working saranno obbligati a cercare un accordo con l'azienda, oppure tra azienda e sindacati.