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Smart working, come cambiano le regole a ottobre 2023: il governo valuta nuove proroghe per i fragili

Dal mese prossimo cambiano le regole dello smart working agevolato per i fragili, che perderanno il diritto al lavoro agile, ma la ministra Calderone ha annunciato che il governo sta valutando un’ulteriore proroga per questa categoria.
A cura di Andrea Miniutti
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Con l'inizio del mese di ottobre cambieranno nuovamente le regole dello smart working agevolato: scadrà il diritto per i cosiddetti lavoratori fragili, mentre durerà fino al 31 dicembre per chi ha figli con meno di 14 anni (purché l'altro genitore non sia disoccupato o prenda sussidi di sostegno al reddito) e chi svolge impieghi che comportano una maggiore esposizione al Covid-19. In Italia il lavoro agile si è molto diffuso con lo scoppio della pandemia, anche per ragioni di sicurezza, e su questo tema – a margine della presentazione del Manifesto Cisl sul lavoro – la ministra del Lavoro Marina Calderone ha annunciato che il governo sta "ragionando su un'eventuale proroga".

Come funziona oggi lo smart working agevolato

Lo smart working agevolato prevede che alcune categorie di impiegati abbiano procedure semplificate per poter ottenere il permesso di lavorare da remoto, sostituendo quindi l'obbligo di stipulare accordi individuali con il proprio datore di lavoro. Ad oggi, le categorie di persone che ne hanno diritto sono tre: per primi ci sono i lavoratori fragili, che vedranno decadere il proprio diritto – se non verrà prorogato – alla fine di questo mese. Poi, ci sono i dipendenti che sono altamente esposti ad un contagio da Covid-19 e chi ha un figlio con meno di 14 anni, ma solamente se l'altro genitore non sia disoccupato oppure percettore di assegni di sostegno al reddito (ad esempio il Reddito di Cittadinanza): queste ultime due categorie di persone potranno godere dello smart working agevolato fino al 31 dicembre 2023.

Cosa cambia dal 1º ottobre

Quindi, dal 1º ottobre a perdere il diritto allo smart working agevolato saranno esclusivamente i lavoratori fragili, il che non significa che non potranno più lavorare da remoto, ma che per i titolari delle aziende decadrà l'obbligo di concedere la possibilità di farlo: chiunque voglia svolgere il proprio impiego lontano dall'ufficio dovrà prendere accordi individuali con il datore di lavoro.

Come spiegato dalla ministra del Lavoro, "la norma sullo smart working rispondeva ad una logica emergenziale sulla base di dati epidemiologici che oggi ci dicono che in questo momento la situazione è differente rispetto al 2020, quando è stato introdotto questo strumento". Ad oggi la situazione pandemica è ben diversa rispetto a quella degli anni scorsi, anche se nelle ultime settimane è stato registrato un nuovo aumento dei contagi. La variante Eris risulta essere molto contagiosa, ma le ospedalizzazioni e i decessi segnano numeri ancora molto contenuti.

Per preservare la salute dei lavoratori, il governo – secondo quanto detto dalla ministra – starebbe "facendo delle valutazioni sui fragili che saranno oggetto di scelte nei prossimi giorni", dove per fragili si intende chi ha una marcata compromissione della risposta immunitaria oppure chi rispetta altri criteri sanitari. Per questa categoria, le intenzioni sarebbero quelle di prorogare la misura fino alla fine del 2023 e la decisione potrebbe essere presa nel Consiglio dei Ministri di oggi.

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