Smart working agevolato finisce il 1° aprile 2024, come cambiano le regole e per chi
A partire da lunedì 1° aprile 2024, si chiuderà ufficialmente per tutti il regime di smart working agevolato. Dovrà rinunciarvi anche l'ultima categoria che poteva approfittarne, cioè i dipendenti del settore privato che hanno figli di meno di 14 anni o che rientrano tra i ‘fragili' perché per motivi di salute sono esposti alle conseguenze peggiori del Covid-19. Nell'ultimo decreto Milleproroghe, le opposizioni avevano cercato di inserire un'ulteriore proroga dell'agevolazione, ma la maggioranza ha rifiutato perché la misura doveva servire solo per il periodo dell'emergenza Covid, e non diventare fissa.
Chi non può più lavorare da remoto
Per i dipendenti pubblici lo smart working facilitato era terminato già a fine dicembre 2023. Ad averlo erano rimasti solo i lavoratori del privato che rispettavano specifici requisiti. C'erano i genitori con figli under 14, ma solo se l'altro genitore non era disoccupato o beneficiario di una misura di sostegno al reddito. E poi c'erano i lavoratori fragili, cioè quelli con una "marcata compromissione immunitaria" riconosciuta con un certificato medico, come li aveva definiti un apposito decreto del 2022.
Fino al 31 marzo le regole resteranno queste, mentre dal 1° aprile 2024 non esisterà più lo smart working agevolato. Questo significa che le regole saranno uguali per tutte le categorie di lavoratori. Anche se, per i dipendenti pubblici, c'è una circolare ministeriale del 29 dicembre che invita i dirigenti a tutelare "i soggetti più esposti a situazioni di rischio per la salute" anche tramite il lavoro agile. In generale, si torneranno ad applicare gli accordi individuali e aziendali.
Quali sono le nuove regole dello smart working da aprile 2024
Lo smart working agevolato, infatti, permetteva a chi ne aveva i requisiti di ottenere il lavoro agile a prescindere dalle volontà dell'azienda: era un suo diritto, senza demansionamenti né tagli di stipendio. Ora, invece, il lavoro ‘da casa' sarà permesso nei limiti degli accordi individuali con il datore di lavoro e delle condizioni previste dal proprio contratto.
L'accordo individuale deve essere un documento scritto, concordato volontariamente dal dipendente e dal datore di lavoro. Può avere una durata limitata o indeterminata, può stabilire quali periodi saranno passati ‘in sede' e quali da remoto, e anche quali spazi non sono considerati adatti per lavorare in smart. Nel caso l'azienda metta a disposizione delle attrezzature per chi lavora da remoto, anche queste dovranno essere incluse nell'accordo, che dovrà specificare i tempi di riposo previsti.
In più, anche se non ci sarà lo smart working agevolato, alcune categorie dovranno avere un ordine di priorità. Se (e solo se) si intende stipulare un accordo individuale con i dipendenti per il lavoro da remoto, avrà la priorità chi ha figli sotto i 12 anni o figli con disabilità. A differenza dello smart working agevolato, non si tratta di un diritto, ma semplicemente di una priorità se in azienda si stipulano degli accordi.