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Smart working, no proroga per i lavoratori pubblici fragili, governo: “Non può diventare strutturale”

Non passa nel Milleproroghe la richiesta di prolungare lo smart working per i fragili nella Pa, e nemmeno quella di rendere la misura strutturale, avanzata dal M5s.
A cura di Annalisa Cangemi
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Lo smart working per i lavoratori fragili nella Pubblica amministrazione non è stato prorogato. La richiesta del M5s nel decreto Milleproroghe, che oggi arriva in Aula, non è passata. Le regole per i dipendenti privati e quelle per i dipendenti pubblici rimangono differenti: per i primi infatti è previstolo smart working per tutto il mese di marzo. Per i secondi invece la possibilità di lavorare a distanza è scaduta a fine dicembre.

La maggioranza ha infatti bocciato tutti gli emendamenti al Milleproroghe per prolungare o rendere strutturale lo smart working per i lavoratori fragili, sia del pubblico sia del privato. "Ancora una volta, maggioranza e Governo scelgono di girarsi dall'altra parte davanti alle nostre richieste di buonsenso, continuando a perpetuare una discriminazione nei confronti dei ‘fragili' della PA la cui proroga del lavoro agile è scaduta lo scorso 31 dicembre e non è stata protratta, com'è invece avvenuto per i dipendenti privati. La nostra battaglia va avanti e non si ferma qui", ha commentato ieri in una nota la deputata del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali Gilda Sportiello.

Il M5s aveva presentato alcune richieste di modifiche al decreto: la proroga fino al 30 giugno del lavoro agile per i dipendenti pubblici, che avrebbe avuto un costo di 3,3 mln, e la trasformazione della misura da temporanea a strutturale per tutti i lavoratori, pubblici e privati.

Durante il question time di ieri è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a spiegare che il governo non intende introdurre una norma per rendere strutturale lo smart working nella pubblica amministrazione per i lavoratori fragili.

Secondo il ministro lo smart working è stato utilizzato in modo massiccio durante la pandemia per evitare il contagio come "strumento emergenziale" ma ha sottolineato che non può essere utilizzato nello stesso modo finita la pandemia.

"Il lavoro agile è regolato da una disciplina contrattuale collettiva ormai consolidata e dalla padronanza, da parte delle amministrazioni, di tale istituto come volano di flessibilità orientato alla produttività ed alle esigenze dei lavoratori", ha aggiunto. In quest'ottica, "la direttiva del 29 dicembre 2023 indirizza la dirigenza delle amministrazioni pubbliche ad un utilizzo del lavoro agile orientandolo anche alla salvaguardia dei soggetti più esposti a rischi per la salute e a garantire, in caso di condizioni di salute, personali e familiari documentate gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili, di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, anche derogando, ancorché temporaneamente, al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza", ha sottolineato Ciriani.

Per Ciriani "La legislazione vigente in materia di lavoratori con disabilità grave già predispone strumenti e risorse utilizzabili per andare incontro alle esigenze rappresentate". In tale contesto, la richiesta del M5s, cioè "l'equiparazione al ricovero ospedaliero dell'assenza dei lavoratori ‘fragili' per i quali non sia possibile lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile, appare ricadere fuori dal perimetro organizzativo e giuslavoristico, rientrando invece in quello squisitamente assistenziale, ambito nel quale la proposta in questione sembra introdurre surrettizie, sperequative e non coordinate forme di tutela".

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