Slitta il voto sulla mozione di sfiducia contro Santanchè: cosa succede adesso
La capigruppo del Senato che si è riunita oggi pomeriggio non ha calendarizzato il voto della mozione di sfiducia individuale presentata dal M5s (prima al Senato e poi anche alla Camera) contro la ministra del Turismo Daniela Santanchè, indagata nell'ambito dell'inchiesta Visibilia, per bancarotta e falso in bilancio dallo scorso ottobre.
Dopo l'informativa che la ministra di Fdi ha tenuto nell'Aula del Senato, per difendersi dalle accuse sulle presunte irregolarità legate alla sua attività imprenditoriale, le opposizioni hanno chiesto le sue dimissioni (con alcuni distinguo). E dopo la messa in onda dell'ultima puntata dell'inchiesta di Report, uscita ieri sera, la posizione della ministra si è aggravata, perché secondo quanto emerso dalle ricostruzioni, Santanchè avrebbe detto in Aula diverse falsità, che sono state smontate punto per punto dal programma su Rai3. Per questo Conte e Schlein sono tornati oggi alla carica, chiedendole di lasciare l'incarico di governo. Ma Santanchè non intende fare un passo indietro, almeno per il momento.
Il tema della mozione di sfiducia è stato rinviato, e non sarà affrontato prima della capigruppo di martedì prossimo. "Abbiamo chiesto la calendarizzazione della mozione di sfiducia" presentata M5S nei confronti della ministra per il turismo Daniela Santanché, ha spiegato uscendo dalla capigruppo Stefano Patuanelli. "Abbiamo visto tutti i nuovi dati emersi dall'ultima puntata di Report che mostrano chiaramente che la ministra non ha detto la verità in Aula. Ci chiediamo dove sia la Premier Meloni e se voglia difendere solo gli interessi di partito o chiedere alla ministra di fare un passo indietro. Abbiamo chiesto la calendarizzaizone, che non ci è stata data, e il calendario è stato comunque votato da noi responsabilmente perché c'è stato l'impegno da parte del Presidente La Russa di riparlarne in conferenza dei capigruppo martedì prossimo". Il Movimento auspica, ha detto Patuanelli, che la ministra "faccia un passo indietro e che sia la Premier a evitarci di arrivare con la mozione di sfiducia in aula". Il rischio è comunque che la mozione non venga votata prima della pausa estiva.
Il M5s comunque promette di dare battaglia. Il leader Giuseppe Conte ha già fatto sapere che il Movimento intende andare avanti: "Per la ministra Santanchè il quadro si aggrava sempre più, dagli ultimi riscontri emerge che ha mentito quando è venuta al Senato, ha mentito quindi davanti al Paese, deve assolutamente dimettersi senza indugio e Meloni deve salvare l'onore delle istituzioni e costringerla alle dimissioni", ha detto oggi. Sulla stessa linea Elly Schlein: "Quello che è emerso ieri da ‘Report' mi sembra abbastanza evidente, un quadro in cui pare che Daniela Santanchè sia andata in Aula al Senato a dichiarare cose non vere e questo sarebbe molto grave".
Cosa può succedere con il voto della mozione di sfiducia a Santanchè
Può la mozione di sfiducia mettere davvero in crisi il governo? Per rispondere a questa domanda dobbiamo guardare ai casi precedenti, per capire cosa è successo in Parlamento quando sono state votate in passato mozioni di sfiducia individuali nei confronti di ministri. Una prima considerazione da fare è che, trattandosi di un ministro che fa parte della maggioranza, è molto complicato per le forze di minoranza trovare i voti necessari per far passare la mozione. Per far dimettere un ministro, o un sottosegretario, è necessaria infatti la maggioranza assoluta dell'Aula, quindi il 50% più uno dei suoi membri. Dal 2001 a oggi si sono dimessi 32 ministri, ma mai nessuno ha lasciato il governo a seguito del voto su una mozione di sfiducia.
In questo caso inoltre le opposizioni non sono nemmeno compatte. Se infatti Pd e Avs sono pronte a sfiduciare la ministra, Azione e Italia viva hanno espresso due punti di vista differenti. Il leader di Azione Carlo Calenda ha detto che Santanchè è innocente "fino a eventuale sentenza passata in giudicato", ma comunque "dovrebbe seriamente valutare di fare un passo indietro" visto che la sua informativa è stata giudicata insufficiente. Secondo Calenda però la mozione di sfiducia contro Santanchè sarebbe un regalo alla maggioranza, perché non farebbe altro che compattare i partiti del centrodestra.
Italia Viva di Matteo Renzi è invece apertamente contraria alle dimissioni della ministra del Turismo: "Ogni valutazione sul prosieguo della sua esperienza ministeriale è nelle sue mani e nelle mani del presidente del Consiglio, che si assume la responsabilità politica", ha detto il senatore di Italia Viva Enrico Borghi.