Elezioni europee 2024

Sira Rego a Fanpage: “Politica migratoria Ue fa gli interessi dell’estrema destra, come vuole Meloni”

“Questo patto migratorio è una chiara violazione dei diritti umani e trasforma i confini europei in frontiere militarizzate. Non solo: fondamentalmente si sta andando verso una politica migratoria che cancella il diritto all’asilo, e questa è una cattiva notizia per tutti i diritti”: lo dice l’eurodeputata spagnola Sira Rego in un’intervista con Fanpage.it.
A cura di Annalisa Girardi
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L'alleanza tra destra tradizionale ed estrema destra, il nuovo Patto sulle migrazioni e l'asilo, diritti dei lavoratori e riforme sociali: questi i temi di cui parla l'eurodeputata spagnola Sira Rego, del Gruppo della Sinistra al Parlamento europeo, in un'intervista con Fanpage.it. Commentando gli equilibri politici in vista delle prossime elezioni europee, Rego afferma che sia in corso un processo di normalizzazione dell'alleanza tra i tradizionali partiti conservatori con quelli di estrema destra. I quali stanno riuscendo nell'obiettivo di influenzare l'agenda Ue: nella gestione dei flussi migratori ad esempio – dice Rego – si sta andando verso una politica di criminalizzazione degli arrivi e di esternalizzazione delle frontiere e delle violenza. Invece, afferma l'eurodeputata, serve solidarietà e accoglienza.

Quest'estate anche la Spagna è andata al voto. Tanti si aspettavano una vittoria schiacciante della destra, ma questo non è accaduto…

Per mesi i sondaggi parlavano di una vittoria quasi sicura della destra e della estrema destra in Spagna. Ma per fortuna c'è stata una grandissima mobilitazione al voto, una mobilitazione al voto progressista che è riuscita a fermare l'arrivo di un governo di destra ed estrema destra. Siamo molto orgogliosi di tutte quelle persone che sono andate a votare a luglio per evitare un governo reazionario e conservatore nel nostro Paese. Per noi questo significa che il governo progressista ha portato a termine politiche sociali, che hanno assicurato il benessere di moltissime famiglie, che finalmente hanno avuto anche un riflesso nelle intenzioni di voto e nel risultato elettorale.

La nostra presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva espresso il suo sostegno a Vox, come già fatto in passato. Cosa pensa di questa alleanza?

È una alleanza tra estreme destre europee.  Credo che tutti i popoli democratici dovrebbero preoccuparsi per questo tipo di alleanze. Quello che stiamo vedendo è che in molti Paesi si stanno stringendo degli accordi tra la destra tradizionale e l'estrema destra. È in corso un processo di normalizzazione dell'estrema destra, lo vediamo soprattuto nelle istituzioni europee. Non è una buona notizia per la Spagna che Giorgia Meloni abbia appoggiato l'estrema destra, anche se questo sostegno poi non si è trasformato in un risultato. Bisogna ricordare che comunque l'estrema destra in Spagna ha perso 20 deputati: l'appoggio di Giorgia Meloni all'estrema destra spagnola è stato un fallimento.

Crede che queste alleanze tra destra classica ed estrema destra si concretizzeranno alle prossime elezioni europee?

Credo di si, abbiamo già visto come in Italia e al Parlamento europeo la destra e l'estrema destra si stiano avvicinando. La destra ha normalizzato l'agenda dell'estrema destra. Lo vediamo in questioni come quella della politica migratoria. La politica migratoria che propone l'Unione europea è fondamentalmente una politica reazionaria che rispecchia perfettamente l'agenda dell'estrema destra. Ma lo vediamo anche in altri aspetti. Stanno normalizzando anche l'attacco da parte dell'estrema destra ai diritti dei lavoratori in Europa. Non dobbiamo dimenticare che – anche se l'estrema destra utilizza ideologicamente questioni come le migrazioni, i diritti delle donne o della comunità Lgbtq+ – uno dei punti principali del suo programma ha a che fare con la soppressione di tutti gli avanzamenti in materia di lavoro e di diritti sociali. E questo riguarda anche la destra tradizionale.

Un tema centrale nella campagna elettorale sarà proprio quello delle migrazioni. Il nuovo Patto è davvero vicino? Cosa ne pensa?

Credo che uno dei pochi gruppi politici al Parlamento europeo critico sull'accordo in tema di migrazione e asilo – questa proposta fatta dalla Commissione e su cui stanno lavorando le istituzioni europee – è quello della sinistra. Noi lo abbiamo detto continuamente, da quando è iniziato il dibattito e da quando sono cominciati i lavori parlamentari: questo patto migratorio risulta in una chiara violazione dei diritti umani e trasforma i confini europei in frontiere militarizzate e controllate da enti come Frontex, che abbiamo già visto denunciare per mancanza di rispetto dei diritti umani. Non solo: fondamentalmente si sta andando verso una politica migratoria che cancella il diritto all'asilo, e questa è una cattiva notizia per tutti i diritti. Inoltre, è una politica migratoria fatta su misura per  gli interessi dell'estrema destra europea, con cui Giorgia Meloni si sente molto a suo agio, così come altri governi come quelli ad esempio di Ungheria e Polonia. Le persone che difendono i diritti umani in Europa devono stare all'erta.

Ma crediamo che le cose si possano fare in altro modo. La sinistra ha una proposta alternativa, che parla di vie legali e sicure, per evitare che le persone muoiano in mare. Una politica migratoria che parla di una distribuzione obbligatoria e solidale delle persone migranti in tutti i Paesi europei. Non c'è alcuna ragione per cui portare avanti una politica che concentri le persone migranti nei Paesi di frontiera, come Spagna o Italia. Si può fare una ripartizione delle persone che arrivano. In Europa già lo abbiamo dimostrato, che sappiamo fare le cose per bene: lo abbiamo fatto in un momento molto intenso di un flusso di persone rifugiate che scappavano dall'Ucraina per l'invasione russa. Abbiamo fatto un buon lavoro e siamo riusciti ad accogliere quattro milioni di rifugiati.

Quindi sì, c'è un'altra maniera di fare le cose. E poi un dato fondamentale: in politiche migratorie europee vanno tantissime risorse, moltissimo denaro. Quello che diciamo noi è che se utilizzassimo questi soldi – che ora vengono usati per castigare e limitare i transiti, per militarizzare le frontiere e finanziare politiche violente – per le politiche di accoglienza, sicuramente non avremmo così tanti morti in mare e la mappa dei flussi migratori sarebbe radicalmente diversa.

Non è accettabile quello che le politiche europee stanno permettendo, quello che stanno generando in loro conseguenza: cioè il livello di morti in mare che vediamo quest'anno. Circa duemila persone sono morte nel Mediterraneo, semplicemente mentre erano alla ricerca di un futuro decente, un futuro degno.

Ora queste risorse economiche si utilizzano anche per finanziare i governi del Nord Africa, affinché non permettano alle persone di partire…

Quello che stiamo facendo è stringere accordi con Paesi terzi, ma in moltissimi casi si tratta di regimi totalitari o che comunque non garantiscono il rispetto dei diritti umani. Anzi il contrario. Abbiamo visto cosa succede nei centri di detenzione in Libia. Abbiamo visto quello che succede a Melilla, abbiamo visto anche cosa è accaduto con la Turchia: sono accordi vergognosi, in cui si cerca di esternalizzare le frontiere e si esternalizza anche la violenza contro le persone in fuga. Molte scappano da conflitti in cui l'Europa ha interessi strategici in gioco, per il controllo delle risorse. Oppure queste persone sono sfollate a causa del cambiamento climatico, scappano dalle grandi catastrofi naturali. Altre provengono da Paesi storicamente sfruttati, l'unica cosa che vogliono è provare a costruire un futuro degno e decente.

Ci sono molti modi con cui affrontare la questione migratoria, risolvere i problemi all'origine è uno di questi. L'Europa deve rendere conto di quella che è stata la sua strategia politica, cioè il colonialismo, in molti dei Paesi da cui ora provengono i flussi migratori.

Un altro tema centrale della campagna elettorale sarà quello del Lavoro. Negli ultimi anni in Spagna sono state fatte diverse riforme, mentre in Italia il governo è contrario al salario minimo e ha cancellato il Reddito di cittadinanza. 

Credo che il salario minimo – ma anche l’aumento del salario minimo – sia sempre un’ottima notizia per i lavoratori e anche per l’economia. Ciò che noi in Spagna abbiamo dimostrato è che, nonostante i proclami della destra e dell’estrema destra secondo cui il governo comunista in Spagna avrebbe causato il crollo di tutte le istituzioni e il collasso dell’economia, in realtà il nostro è uno dei Paesi che cresce più rapidamente in Europa. La Spagna in questo momento è uno dei Paesi con la minore inflazione in Europa. I lavoratori sono sempre più protetti in Spagna e questo è positivo anche per l’economia. E lo abbiamo dimostrato seguendo delle regole che non sono per forza quelle che ci piacciono – cioè le regole del gioco, di come funzionano le istituzioni europee e l’economia – ma nonostante questo siamo riusciti a fare qualcosa affinché la maggioranza sociale in Spagna abbia una vita dignitosa.

Si possono fare le cose diversamente? Perfettamente. E se riusciamo a cambiare un po’ le regole del gioco affinché chi vince sempre vinca un po’ meno e chi non vince mai possa vivere meglio, tanto meglio.

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