“Sindacati italiani sono poca cosa”, così Ryanair chiede ai giornali di ignorare gli scioperi
“Siete a conoscenza tutti del fatto che alcuni sindacati hanno proclamato di nuovo uno sciopero di 4 ore, fra le 13 e le 17 del 15 dicembre. Non abbiamo ancora deciso quali voli potrebbero essere colpiti. Siete anche a conoscenza del fatto che l’unione dei piloti italiana stia tentando di incoraggiare i piloti Ryanair a non lavorare in questo orario. Noi ci aspettiamo che tutti i nostri piloti lavorino normalmente e ci aiutino a minimizzare i disagi per i nostri clienti. Tutti i piloti e i membri dell’equipaggio che sono di turno dovranno fare rapporto come sempre per il prossimo venerdì alla nostra crew room. Ogni azione intrapresa da un singolo componente di una cabin crew comporterà ala perdita del meccanismo 5 / 3 (5 giorni di lavoro, 3 di riposo, ndr) per l’intera Cabin Crew, come stabilito dal nostro regolamento. L’adesione potrebbe anche comportare la perdita di futuri aumenti di stipendio, di eventuali trasferimenti e promozioni. Vi invitiamo a continuare a lavorare come previsto dai vostri turni normali”.
È questo il contenuto della lettera con la quale il capo del personale di RyanAir Eddie Wilson prova a scongiurare lo sciopero di quattro ore proclamato dall’Anpac, l’Associazione nazionale professionale aviazione civile, cui potrebbero aderire anche molti dipendenti della compagnia di voli low cost. Una specie di ricatto che ha fatto infuriare tutti, con il doveroso intervento del Garante ("appare non conforme ai principi del nostro ordinamento, nel quali lo sciopero, se esercitato legittimamente, è considerato un diritto costituzionale") e la durissima protesta dei sindacati, con Camusso (CGIL) che chiede al Governo di intervenire per far rispettare il diritto allo sciopero; Calenda, invece, ha spiegato di non poter intervenire, ma aggiungendo di considerare impossibile “stare su un mercato, prendere i vantaggi e non rispettare le regole”.
L'atteggiamento aggressivo e intimidatorio da parte di Ryanair non è però una novità. Capita anche nei rapporti con i giornalisti che danno conto delle agitazioni del personale della compagnia aerea. Questo è, ad esempio, ciò che ci scriveva Robin Kiely, Head of Communications, dopo la pubblicazione di un pezzo sulla prevista giornata di astensione dei lavoratori:
In relation to the claims in your article […]
You will note this is the fifth time that an Italian union has wrongly claimed Ryanair staff would strike, only to cancel, which shows how little substance these false union claims have.
I would appreciate if you would bear this in mind before publishing any further sensationalist articles based on false union claims.
“In relazione a ciò che viene detto nel vostro articolo […] noterete che questa è la quinta volta che un sindacato italiano indice indebitamente uno sciopero del personale Ryanair, solo per poi cancellarlo; cosa che mostra quanto poco valgano questi falsi appelli del sindacato. Io apprezzerei molte se voi teneste ciò in mente, prima di pubblicare altri articoli sensazionalistici basati su falsi appelli dei sindacati”
Una specie di avvertimento, arrogante e presuntuoso, con il quale sostanzialmente si intendeva diffidare i giornalisti dal riferire la proclamazione dello sciopero da parte di una sigla sindacale, la CISL in questo caso. Questo comportamento è sostanzialmente in linea con l'approccio di Ryanair alle questioni sindacali, che si poggia sulla chiusura a qualunque tipo di rapporto con le organizzazioni dei lavoratori, al recruiting tramite società che inseriscono clausole "anti-sindacali" nei contratti e via discorrendo. Il tutto mentre il patron della compagnia continua a dire che prima che i sindacati metteranno piede in Ryanair “ghiaccerà l’inferno”.
La palla è (anche) in mano ai giudici, con il ricorso della CGIL al Tribunale di Bergamo per “ottenere l'accertamento del comportamento discriminatorio di carattere collettivo operato dalla compagnia nei confronti dei dipendenti”, in modo da “ristabilire un principio, oggi pesantemente calpestato da Ryanair: quello di permettere una libera adesione al sindacato e di contrattare le proprie condizioni economiche e normative”. Del resto, la stessa Corte di Giustizia Europea ha appena detto che Ryanair non può pretendere di risolvere ogni controversia “secondo la legge irlandese” o quella dei paesi in cui hanno sede le agenzie interinali di cui si serve.