video suggerito
video suggerito

Sindacati accusano governo di non averli coinvolti sul Pnrr, Meloni: “Lo abbiamo ereditato da altri”

I sindacati accusano il governo di non averli coinvolti sul Pnrr. Da parte sua Meloni afferma che il Piano è stato semplicemente ereditato e a sua volta accusa i suoi predecessori. Conte si dice pronto a dare una mano.
A cura di Annalisa Girardi
14 CONDIVISIONI
Immagine

Ancora polemiche sul Pnrr. Dopo le accuse al governo sui ritardi e sulla gestione delle risorse europee, i sindacati denunciano l'assenza totale di un confronto e di un coinvolgimento, da parte di Palazzo Chigi, con le parti sociali: "C'è la necessità di fare assunzioni e di potenziare quelle attività di progettazione e di gestione. È uno dei temi di fondo da affrontare, lo abbiamo posto ai governi precedenti e anche a questo. Abbiamo proposto una task force per affrontare questi temi. Vorrei far notare che ad oggi non c'è stato un confronto ed un coinvolgimento vero delle organizzazioni sindacali", ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ospite di Sabato Anch'io su Rai Radio1.

"È sotto gli occhi di tutti la necessità di non perdere un'occasione irripetibile per il nostro Paese", ha ribadito il sindacalista. Per poi sottolineare come le relazioni con il governo guidato da Giorgia Meloni "sono nettamente peggiorate", proprio perché "ha preso una serie di decisioni senza alcun confronto con il sindacato".

Sono tanti gli ambiti in cui i sindacati lamentano di non essere stati ascoltati e il Pnrr è uno di questi. Il governo, da parte sua, continua a dare la colpa dei ritardi ai suoi predecessori. "Abbiamo ereditato il Pnrr e siamo impegnati a renderlo concreto, più di quanto lo fosse sulla carta. I governi che ci hanno preceduto dovevano scriverlo e dargli una cornice legislativa, noi invece l'abbiamo preso quando entrava nella fase di esecuzione -dobbiamo farlo- i progetti non sono nostri e su alcuni sono sorte difficoltà che, stranamente, nessuno aveva colto prima, né a Bruxelles né a Roma", ha detto la presidente del Consiglio in un'intervista con il Messaggero Veneto.

"Abbiamo ereditato questo Pnrr, avremmo fatto altro, ma il nostro impegno per l'interesse nazionale ci impone di lavorare per la sua realizzazione", ha aggiunto, spiegando che siano in corso dei confronti con la Commissione europea su alcune criticità rilevate da Bruxelles, che il governo sta lavorando per superare.

"I limiti del Pnrr sono legati alla fine dell'era in cui il Piano è stato concepito. Doveva servire a traghettare l'Italia in un mondo ideale, poi è arrivato quello reale: inflazione e guerra. Le premesse si sono scontrate con l'aumento dei prezzi delle materie prime che servono a costruire le infrastrutture e allo choc energetico accelerato dall'invasione dell'Ucraina. Ci sono margini per rivedere alcuni aspetti, il confronto con la Commissione aperto", ha detto ancora Meloni.

Da parte sua il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha affermato in un'intervista con La Stampa che l'offerta di collaborazione al governo, nel capitolo Pnrr, è "una mano tesa al Paese, il Pnrr è degli italiani, sprecare questa occasione sarebbe un'onta". L'ex presidente del Consiglio, in carica quando il Piano veniva ideato, ha aggiunto: "Siamo pronti a collaborare basta che ci sia trasparenza: il governo non dica fesserie e tiri fuori tutte le carte".

14 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views