Simone Pillon condannato, definì attivisti Lgbt “adescatori di minorenni”: dovrà pagare 30 mila euro
"Adescatori di minorenni", così l'ex senatore Simone Pillon aveva definito gli attivisti Lgbt dell’associazione Omphalos nel 2014. Parole per le quali Pillon il 12 dicembre è stato condannato dalla Corte di Appello di Firenze al pagamento di 30 mila euro per le statuizioni civili relative alla sentenza di primo grado, riconosciuta dal Tribunale di Perugia. L'ex senatore è stato invece prosciolto per quel che riguarda l'aspetto penale, visto che il reato contestato è prescritto. Ad aprile Ad aprile scorso la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza di assoluzione della Corte d’appello, per poi ordinare un nuovo processo.
L'ex senatore annuncia ricorso
Una decisione, quella della Corte di Appello di Firenze, commentata in queste ore dall'ex senatore della Lega, che sui social ha annunciato ricorso: "Oggi la Corte di Appello di Firenze mi ha prosciolto da ogni imputazione per #prescrizione, ma mi ha condannato a risarcire le parti civili. Ricorrerò per Cassazione e alla Corte Europea se necessario. Opporsi alla dittatura del pensiero unico costa caro, ma non ci fermeremo".
Le parole di Pillon nel 2014
Senatore dal 2018, eletto nelle liste della Lega nella circoscrizione Lombardia, Pillon ha fatto delle sue posizioni ultraconservatrici un marchio di fabbrica del suo mandato elettorale, non rinnovato nelle elezioni del settembre 2022. I fatti che gli sono costati la pena pecuniaria risalgono al 2014, quando Pillon si era riferito pubblicamente ai membri dell'associazione Omphalos in questo modo: "Quelli di Arcigay vanno nei licei e spiegano ai vostri figli che per fare l'amore bisogna essere o due maschi o due femmine e non si può fare diversamente e…venite a provare da noi, nel nostro welcome group". Successivamente Pillon aveva minimizzato in aula sul peso delle sue parole, derubricandole a forma di ironia "sferzante, la satira dei libri di Guareschi, per arrivare al paradosso".
Il commento dell'associazione
"Siamo pienamente soddisfatti per questa ulteriore vittoria giudiziaria – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos LGBTI – viene ristabilita la verità e accertato definitivamente che Pillon aveva gravemente diffamato l'associazione raccontando falsità sull’operato dell'associazione nelle scuole umbre. Come già avevamo detto in più occasioni, l'associazione utilizzerà questi fondi per incrementare le proprie attività di sensibilizzazione, contrasto al pregiudizio e lotta al bullismo omolesbobitransfobico nelle scuole".