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Silvio vs Matteo: capilista bloccati o Forza Italia si sfila (e finisce la tregua dei media)

Premio di lista per chi raggiunge il 40% (non più il 37%), soglie di sbarramento al 5%: è questa la proposta di Matteo Renzi a Silvio Berlusconi. Che non ha convinto il Cavaliere…
A cura di Carlo Tarallo
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Premio di lista per chi raggiunge il 40% (non più il 37%), soglie di sbarramento al 5%: è questa la proposta di Matteo Renzi a Silvio Berlusconi ribadita oggi, in occasione del nuovo incontro servito a stringere i bulloni del Patto del Nazareno tra i due leader. Ma ci sono due incognite, due trappole dalle quali Silvio Berlusconi dovrà tentare di sfuggire. Per non temere le elezioni anticipate nella primavera 2015, ipotesi già affrontata da Silvio e Matteo nel corso di diversi colloqui telefonici, Berlusconi ha assolutamente bisogno che almeno i capilista siano bloccati in tutte le circoscrizioni e quindi sottratti alla sfida delle preferenze. Altrimenti, per l’ex premier sarebbe la fine.

Con le preferenze Berlusconi non avrebbe fedelissimi in Parlamento – Berlusconi sa benissimo, e le ultime europee lo hanno certificato, che ormai non è in grado di “spostare” molti voti: basta vedere come Raffaele Fitto, avversario interno dell’ex premier, ha stravinto la battaglia delle preferenze. I suoi fedelissimi, in sostanza, hanno la buona sorte di essere graditi a “corte” ma la sventura di non avere un proprio consenso radicato sul territorio. Gente come Alessia Ardesi e Mariarosaria Rossi, tanto per fare i nomi di due componenti di spicco del cerchio magico, non possono certo rischiare di essere “trombate” alle elezioni da qualche candidato più forte elettoralmente.

Pascale boys terrorizzati dalle preferenze: “Tanto perdiamo” – Identico discorso per i “Pascale boys”, i prediletti della fidanzata di Berlusconi, che pure dovranno essere catapultati in Parlamento senza rischiare il flop nelle urne. In sostanza, il leader azzurro ha assolutamente bisogno di “nominare” qualche decina di deputati, in modo tale da poterli controllare agevolmente e indirizzarli verso una opposizione “morbida” al vincitore predestinato delle prossime elezioni, ovvero Matteo Renzi. “Tanto perdiamo”, scrisse la Pascale a un suo amico napoletano che gli chiedeva lumi sul prossimo candidato premier del centrodestra. Ma c’è modo e modo di perdere, e con le preferenze la batosta per Berlusconi sarebbe totale.

Renzi ha più libertà di manovra – I capilista bloccati ovviamente piacciono anche al Presidente del Consiglio, che però può contare su un partito in piena espansione a livello di consensi e su una struttura più radicata sul territorio. Il Pd si appresta a stravincere tutte le elezioni regionali e, se si terranno a breve, anche quelle nazionali. Porterà alla Camera dei Deputati un numero enorme di parlamentari, e ha in pugno il partito: nel caso di una legge elettorale con le preferenze, sarebbe lui, al contrario dell’ex premier, il valore aggiunto per tutti i candidati. Ma nel patto del Nazareno originario c’erano i capilista bloccati, e sarà dura per Renzi tornare indietro.

Pronta la battaglia per le preferenze delle minoranze – Non è un caso che proprio su questo argomento è pronta la battaglia interna dei “frondisti” di Forza Italia, capitanati da Raffaele Fitto, che sulle preferenze non mollano di un centimetro. Una battaglia che si salda con quella, analoga, della minoranza interna del Partito Democratico: bersaniani e dalemiani sono certi di poter eleggere molti deputati contando sulla fitta rete territoriale delle loro rispettive correnti. Ma se nel Pd, in ogni caso, ci sarebbe spazio sia per “nominati” che per eletti, per Forza Italia, stando ai calcoli di Denis Verdini,  una percentuale elettorale di poco superiore al 10% consentirebbe di far eleggere quasi soltanto i capilista. Che dunque dovrebbero essere, nelle intenzioni di Berlusconi, blindatissimi. Ma a proposito di Verdini.

L’amico Denis subito riabilitato – I retroscena di questi ultimi giorni lo hanno visto come protagonista, lui che ad apparire non ci tiene proprio per niente. L’incontro di oggi serve anche a lanciare un segnale a Forza Italia: “Verdini non si tocca e Matteo lo ha nuovamente legittimato con l’incontro di oggi, 48 ore dopo il nuovo rinvio a giudizio”. Insieme a Berlusconi, infatti, a Palazzo Chigi sono entrati come di consueto lo stesso Verdini e Gianni Letta.

Varie ed eventuali: tv e la Madia su "Chi" – Poche ore prima dell'incontro tra Berlusconi e Renzi, il settimanale "Chi" ha pubblicato delle foto del ministro Marianna Madia che gusta un cono gelato con un titolo assai equivoco. Un reportage che ha ricordato le famose foto di Francesca Pascale col Calippo e che ha scatenato l'indignazione dei Democratici. Berlusconi ha fatto pesare a Renzi il totale appoggio che fino ad ora gli hanno garantito giornali e tv del suo gruppo. Un sostegno che potrebbe trasformarsi in attacchi e critiche se tra i due contraenti del Patto del Nazareno le cose dovessero finire male…

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