Silvio Berlusconi rinviato a giudizio per il caso BNL – Unipol
Dopo la richiesta di archiviazione respinta la scorsa settimana dalle accuse di "concorso in rivelazione di segreto d’ufficio" da parte del giudice per le indagini preliminari Stefania Donadeo (una decisione definita "incredibile" dalla difesa del premier), oggi il pubblico ministero Maurizio Romanelli ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio per il nostro premier Silvio Berlusconi.
Per Berlusconi l'accusa è di rivelazione di segreto d'ufficio
Ennesimo grattacapo per Silvio Berlusconi nell'ambito dell'inchiesta BNL-Unipol circa la pubblicazione su "Il Giornale" (di cui l'editore è il fratello del premier, Paolo Berlusconi) di una telefonata tra il Presidente Unipol dell'epoca Giovanni Consorte e Piero Fassino (all'epoca dei fatti leader del partito DS e oggi Sindaco di Torino) sulla tentata scalata alla BNL. La notizia del rinvio a giudizio per il premier è stata riferita dal procuratore Edmondo Bruti Liberati, che ha anche confermato l'iscrizione nel registro degli indagati di Maurizio Belpietro, per il quale c'è l'accusa di "omesso controllo della telefonata".
Il Premier è accusato di concorso in rivelazione di segreto d'ufficio e il processo avrà inizio il prossimo 4 ottobre; il 14 settembre scorso il GIP Stefania Donadeo aveva chiesto l'imputazione coatta per Silvio Berlusconi tra le tante polemiche da parte dello staff di legali di Berlusconi che giudicavano "incredibile" tale decisione. Da sottolineare che il reato in questione cadrà in prescrizione nel mese di giugno del 2013 (mentre ci sarà meno tempo per giudicare l'ipotesi di reato per cui è accusato Belpietro che scadrà nel mese di giugno 2012).
L'intercettazione pubblicata da Belpietro
Al centro della vicenda l'intercettazione pubblicata al dicembre 2005 da "Il Giornale", in cui Fassino chiedeva a Consorte (all'epoca impegnato nella scalata poi fallita a Bnl) "Allora abbiamo una banca?". Secondo i giudici quest'intercettazione non era nè trascritta nè depositata agli atti. C'era solo un file audio a disposizione della Guardia di Finanza e dei Pm titolari dell'inchiesta Antonveneta-Unipol; quindi secondo l’accusa l’intercettazione in questione è stata rubata dai computer della Procura di Milano quando ancora erano in corso le indagini, perciò coperta dal segreto istruttorio. Nella realtà la "conquista alla Bnl" finì con un nulla di fatto, tuttavia la frase di Fassino intercettata influenzò l'elettorato italiano nell'ambito delle elezioni politiche del 2006.
Gli inquirenti hanno intenzione di convocare Belpietro, fare un'attività d'indagine preliminare e successivamente decidere se chiederne il rinvio a giudizio o l'archiviazione. La GIP Stefania Donadeo ha indicato per lui un reato "autonomo", non in concorso con altri. Ancora una volta si torna a parlare di intercettazioni; dopo il caso delle intercettazioni sul caso Lavitola-Tarantini un ennesimo filone giudiziario vede il coinvolgimento di Silvio Berlusconi.