Silvio Berlusconi: “Mia figlia Marina in politica? Lo escludo tassativamente”
"Escludo tassativamente che mia figlia Marina entri in politica". Ha risposto così Silvio Berlusconi alla domanda postagli da Maurizio Costanzo su chi sarà il suo erede politico. L'ex premier è infatti il protagonista dell'ultima puntata del talk show "L'Intervista", che andrà in onda in prima serata giovedì 2 novembre su Canale 5. Tra le anticipazioni trapelate nelle ultime ore, c'è proprio quella che riguarda la sua primogenita, attualmente presidente di Fininvest e del gruppo Arnoldo Mondadori Editore, e le voci di una sua eventuale discesa in campo nel prossimo futuro. "Ne hanno parlato molto gli altri a sproposito – ha sottolineato il Cavaliere – ma io non accetterei mai che uno dei miei figli subisse tutto quello che ho dovuto subire io essendo in politica".
Sulla sua candidatura alle prossime elezioni politiche Berlusconi non ha dubbi: "C'è un’atmosfera molto favorevole che trovo in giro intorno a me e penso che molti italiani abbiano capito che cosa succederebbe se andasse un movimento ribellista, un movimento pauperista, giustizialista al governo", sottolineando come "l'86 per cento dei loro parlamentari non hanno mai fatto una dichiarazione dei redditi quindi non hanno mai lavorato, non hanno mai saputo fare qualcosa di buono né per sé né per le loro famiglie, hanno un odio verso chi produce, verso chi crea ricchezza per sé e per gli altri, verso la classe media, il ceto medio, e quindi pensano di fare qualcosa sempre che tolga per far diventare di tutti le proprietà e i beni di costoro".
La vittoria, dunque, sarebbe vicina. E lancia una sfida al Movimento 5 Stelle. "Dietro l'angolo c’è questa atmosfera generale che induce ottimismo per una nostra importante vittoria perché vedi l’unica colpa che io mi addebito nella politica è quella di non essere riuscito a convincere il 51% degli italiani a darmi fiducia. Adesso la chiedo e la chiederò da qui alle prossime elezioni per evitare il pericolo dei 5 Stelle che è un pericolo assolutamente grave. Per fare questo non c’è che un modo: cambiare il nostro Paese con una riorganizzazione scientifica e prevalere sull'oppressione burocratica, sull'oppressione fiscale, sull'oppressione giudiziaria".