Sileri a Fanpage: “Servono nuove raccomandazioni su vaccino AstraZeneca, sotto 40 anni non lo farei”
Negli ultimi giorni, specialmente da quando la campagna vaccinale è stata aperta a tutti, si è tornato a parlare del vaccino AstraZeneca e dell'opportunità o meno di somministrarlo anche alle fasce più giovani della popolazione, dopo i rari eventi trombotici riscontrati nei mesi scorsi in diversi Paesi. L'Agenzia italiana del farmaco ha raccomandato questo vaccino per gli over 60, ma ora che siamo arrivati a somministrare il vaccino a ventenni e trentenni il dibattito si è riaperto. Diversi scienziati ed esperti chiedono di rivedere le raccomandazioni dell'autorità, anche visto il mutato scenario epidemiologico in cui ci troviamo, per evitare di somministrare questo vaccino ai giovani. Abbiamo cercato di fare chiarezza con il sottosegretario al ministero della Salute, Pierpaolo Sileri. Ecco cosa ci ha detto.
L'Aifa ha raccomandato l'uso del vaccino AstraZeneca per la popolazione sopra i 60 anni, ma le Regioni stanno organizzando degli Open Day con questo vaccino rivolti ai giovani. Qual è la posizione del governo?
Più che una posizione del governo c'è una posizione della Direzione Prevenzione del ministero, preso atto del parere della Commissione Tecnico Scientifica di Aifa e del Css (Consiglio superiore di sanità). Esiste un'indicazione che ha fatto l'ente regolatore e noi ci atteniamo a quelle che sono le sue raccomandazioni. Il vaccino di AstraZeneca è stato raccomandato sopra i 60 anni, ma non significa che sia vietato sotto i 60. La raccomandazione non significa un uso esclusivo, ma dobbiamo fare particolare attenzione. È un vaccino estremamente sicuro per la fascia di età sopra i 60 anni, è molto sicuro per la fascia tra i 50 e i 60 anni, ma sotto i 30 anni, o meglio ancora sotto i 40 anni per il sesso femminile soprattutto è sicuramente più indicato il vaccino mRna. Non parliamo solo di AstraZeneca, ma anche di Johnson & Johnson. Però questo è un punto di vista scientifico, non politico o governativo. Io come medico direi che per una donna sotto i 40 anni è meglio il vaccino a mRna, soprattutto in questo momento in cui abbiamo un'incidenza settimanale del virus di 3 casi ogni 10 mila abitanti. Viceversa se fossimo stati in piena terza ondata, quindi come due mesi fa, avrei detto di procedere con qualsiasi vaccino perché il virus stava correndo troppo e i rischi erano troppo alti. Oggi che il virus sta circolando di meno la forbice di rischio e beneficio ovviamente si assottiglia sotto i 40 anni, è più indicato il vaccino mRna.
Lo scenario è cambiato e i contagi si sono abbassati. Come lei spiega cambia anche il rapporto di rischi e benefici in alcuni casi: secondo lei ci dovremmo aspettare nuove indicazioni da parte dell'ente regolatore?
Credo che nuove indicazioni siano opportune. Faccio un esempio: se noi oggi avessimo una circolazione del virus di 20 casi ogni 10 mila abitanti, quindi tornando indietro di circa un mese e mezzo rispetto a oggi, il rischio di finire in terapia intensiva o di decesso per una persona tra i 20 e i 29 anni sarebbe di 7 casi ogni 100 mila abitanti. Oggi, con un'incidenza dieci volte inferiore il rischio beneficio è molto ridotto sotto i 30 anni. Secondo me si valuteranno dei limiti di non fattibilità sotto i 30 o sotto i 40 anni, mentre una revisione non la farei sopra i 50 anni, perché il rapporto tra rischi e benefici è indubbiamente, anche con la circolazione attuale, a favore del beneficio. Io a 49 anni faccio il vaccino e faccio Johnson & Johnson. Comunque le valutazioni le lascerei agli scienziati.
Nel caso in cui arrivassero nuove indicazioni un giovane sotto i 30 anni che ha già fatto la prima dose di AstraZeneca potrebbe fare la seconda di Pfizer, ad esempio?
Al momento ci sono degli studi che stanno valutando il cross-match dall'uno all'altro dei vaccini. Anche se per ora l'indicazione migliore è quella di fare lo stesso identico vaccino. Tra l'altro i rari casi avversi che si sono osservati sono prevalentemente, se non nella totalità, avvenuti solo dopo la prima dose.
Sempre nel caso in cui arrivassero nuove indicazioni si penserà a come velocizzare le somministrazioni AstraZeneca agli over 60? Si cercherà di coinvolgere maggiormente per questo obiettivo i medici di base?
Dobbiamo considerare che la vaccinazione adesso è aperta a tutti, quindi si tratterà di modulare la disponibilità dei vaccini per quanto riguarda AstraZeneca e Johnson & Johnson, che vengono fatti dai medici di base e farmacie, verso coloro che sono nella fascia di età più sicura comparandola ovviamente alla circolazione attuale del virus. Si tratta più che altro di dove possono essere prenotati i vaccini: mentre prima c'erano delle fasce di età e fragilità da considerare nelle prenotazioni, ora le prenotazioni sono libere e se ci saranno indicazioni, perché per ora non ci sono e l'Ema inoltre non ha mai messo limiti di età, si faranno in accordo alla propria età o alle raccomandazioni specifiche.
Lei ha detto che quando avremo il 50% di popolazione vaccinata potremo togliere la mascherina all’aperto. Quando pensa che avverrà questo?
Ci vorranno almeno tre settimane dall'ultima dose somministrata con cui si è arrivati al 50% di popolazione vaccinata. Ma dopo all'aperto la mascherina non avrà più ragione di esistere se non c'è assembramento. All'aperto sappiamo che il virus è molto meno aggressivo rispetto al chiuso, e andando avanti con la metà della popolazione vaccinata si avrà il 50% di chances di incontrare qualcuno che è immunizzato. Francamente non c'è motivo di continuare a tenere la mascherina all'aperto se non c'è assembramento. Secondo me tra la prima e la seconda decade di luglio ci arriveremo.