video suggerito
video suggerito

Sicurezza, il governo Meloni vuole uno scudo penale per proteggere le forze dell’ordine dalle indagini

Gli agenti potrebbero finire nel registro degli indagati solo se ci sono indizi chiari su di loro. Altrimenti, le indagini sarebbero archiviate senza mai far emergere il loro nome, come in un’inchiesta per reati a carico di ignoti. Questo è lo “scudo penale” a cui starebbe pensando il governo, mentre il ddl Sicurezza è ancora in lavorazione in Senato.
A cura di Luca Pons
194 CONDIVISIONI
Immagine

Allo studio del governo Meloni c'è una nuova norma per tutelare gli agenti delle forze dell'ordine: uno "scudo penale" che limiti le indagini ai loro danni. Quando sarà definita potrebbe finire nel contestato ddl Sicurezza, attualmente in lavorazione al Senato dopo il via libera della Camera, o anche essere inserito in un decreto o un altro disegno di legge.

La sostanza sarebbe questa: se scatta una delle situazioni in cui un agente oggi deve essere indagato come atto dovuto, perché ha usato le armi oppure la forza fisica (anche per uccidere una persona), l'interessato non sarà iscritto nel registro degli indagati; l'inchiesta partirà come se fosse a carico di ignoti, e l'agente sarà indagato solo se usciranno indizi chiari a suo carico. In più, a gestire il fascicolo non saranno le procure territoriali, ma la procura generale della Corte d'appello.

Sono giorni in cui il centrodestra ha concentrato le sue attenzioni sulle tensioni di piazza: in particolare sulle manifestazioni che a Roma, a Torino e a Bologna hanno raccolto le proteste per la morte di Ramy Elgaml e sono sfociate in scontri con la polizia. Negli scorsi giorni, la Lega e Fratelli d'Italia avevano annunciato una serie di proposte riguardanti le forze dell'ordine. Ora, dopo l'encomio solenne del ministro Crosetto al maresciallo Masini (indagato come atto dovuto per eccesso colposo di legittima difesa dopo aver ucciso un aggressore), il governo Meloni sembra aver individuato l'iniziativa da portare avanti.

Cosa cambierebbe con lo scudo penale: il piano del governo

Secondo quanto emerso da fonti di stampa, a occuparsi del provvedimento al momento sarebbe Alfredo Mantovano, sottosegretario di Palazzo Chigi che ha la massima fiducia di Giorgia Meloni e alle spalle ha un passato da magistrato. Il primo passo sarebbe quello di recuperare vecchie proposte di legge, presentate nella scorsa legislatura dal centrodestra e mai discusse, che andavano nella stessa direzione. Si tratterebbe probabilmente di una modifica al Codice di procedura penale. Bisognerà cercare di scrivere una norma che raggiunga l'obiettivo – tutelare gli agenti dalle indagini – senza essere incostituzionale.

L'intenzione sarebbe quella già descritta. Nei casi in cui scattano le indagini come atto dovuto per un gesto violento di un agente, il magistrato avrebbe la possibilità di non iscriverlo nel registro degli indagati immediatamente, ma procedere con l'accertamento dei fatti. Come se si trattasse di un'ipotesi di reato a carico di ignoti.

In questo modo, l'agente eviterebbe di essere formalmente coinvolto in un'indagine. Che, oltre ad avere tempi lunghi, può portare anche a una sospensione senza stipendio. Il suo nome finirebbe tra gli indagati solo se emergessero poi delle chiare prove a suo carico. Altrimenti, il fascicolo verrebbe direttamente archiviato senza mai aver toccato direttamente l'agente interessato.

Un altro cambiamento sarebbe che queste indagini non sarebbero più gestite dalla procura. Il caso andrebbe direttamente in carico al procuratore generale della Corte d'appello.

Il ddl Sicurezza e le altre proposte della destra per la polizia

L'iniziativa del governo arriva mentre, a seguito degli scontri di piazza degli ultimi giorni, buona parte del centrodestra è tornata a chiedere che i lavori sul ddl Sicurezza accelerino. La norma, duramente contestata da più parti per la grande quantità di reati e aggravanti che istituisce – andando a punire in molti casi proprio le manifestazioni – attualmente è alla commissione Affari costituzionali del Senato, dopo aver avuto il via libera della Camera a settembre.

Si aspetta ancora un pacchetto di modifiche proposte dal governo. Se il testo sarà cambiato dovrà tornare alla Camera per una terza lettura. La Lega ha chiesto che la norma venga approvata così com'è, e anche il ministro dell'Interno Piantedosi (vicino a Salvini) ha detto che per lui il testo è pronto. Ma il governo – in particolare Giorgia Meloni – sarebbe intenzionato a intervenire per accogliere alcune delle osservazioni che sarebbero arrivate (in via informale) dal Quirinale. In particolare, cambiando la norma che permette di incarcerare le donne incinte e le madri con figli piccoli, e quella che impedisce ai migranti irregolari di acquistare sim telefoniche.

Anche per questo, la norma sullo scudo penale potrebbe essere lasciata fuori dal ddl Sicurezza, per permettere tempi più rapidi e non complicare l'iter della misura. Nel frattempo, di partiti della maggioranza sono già arrivate altre proposte sullo stesso tema. La scorsa settimana Fratelli d'Italia ha proposto di tutelare gli agenti che sparano in servizio, evitando che su di loro partano le indagini. Oggi, la Lega presenta un ddl per offrire il patrocinio gratuito ai membri delle forze dell'ordine indagati: le loro spese legali sarebbero a carico dello Stato.

194 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views