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Sicilia, Ingroia licenzia 16 dipendenti: anche la figlia di un boss

76 lavoratori della Sisev, società regionale di informatica Sicilia e-Servizi, di cui l’ex pm aveva assunto il controllo a Gennaio, sono stati sottoposti a un periodo di prova finalizzato alla nuova assunzione. Ma non l’hanno superato.
A cura di B. C.
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Non hanno superato il periodo di prova di tre mesi e sono stati licenziati dal Commissario straordinario Antonio Ingroia 16 dei settantasei lavoratori transitati dall’ex socio privato Sisev alla società regionale di informatizzazione, Sicilia e-Servizi. Tra loro ci sono anche la figlia di Giovanni Bontade, figlia di Giovanni, boss di Villagrazia assassinato nel 1988, e suo marito Marco Picciurro, quindi genero dello stesso Bontate. Nella lista delle mancate assunzioni anche Francesco Nuccio, arrestato nell’estate del 2012 perché  coinvolto in un’inchiesta sulle tangenti che giravano nel mondo degli appalti per l’energia eolica. "I licenziamenti arrivano dopo che una commissione super partes da me nominata ha esaminato i dipendenti: non hanno passato i test scritti e orali. E in certi casi non c’era nemmeno il requisito dell’affidabilità” dice l’ex procuratore aggiunto di Palermo a ilfattoquotidiano.it. Come detto, i sedici licenziati facevano parte del bacino dei 76 dipendenti della Sicilia e-Servizi Venture. In altre parole, si tratta della quota “privata” della partecipata regionale. Una società mista, fino a pochi mesi fa, quando i privati, alla scadenza della convenzione hanno dovuto lasciare la compagine societaria, come spiega LiveSicilia.

“La selezione – ricorda Ingroia – è stata portata avanti da tre esperti. Si tratta di un professore universitario titolare di una cattedra in ingegneria informatica e di due ufficiali in pensione: uno della Guardia di Finanza e un'altro della Dia”. Gli esperti, spiega Ingroia “hanno sottoposto i lavoratori a test scritti e colloqui orali, per verificare la necessità della loro assunzione. Sono state portate avanti quindi delle verifiche di natura ‘tecnica'. Verifiche che la Commissione ha svolto in assoluta libertà e autonomia. Certamente – prosegue Ingroia – sono stati verificati anche i requisiti di probità e affidabilità”. Ma secondo la Ulm, il governo Crocetta sarebbe venuto meno “agli impegni assunti a gennaio con i lavoratori e le parti sociali. Il governatore – prosegue il sindacato – aveva assicurato che nessun lavoratore sarebbe stato licenziato. Sulla vicenda chiediamo un incontro a Crocetta e al commissario della società Antonio Ingroia”.

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