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Sicilia, il PD vuole la “testa” di Crocetta. Lui: “Non mi dimetto, mi sfiducino loro”

Il Partito Democratico intende sfiduciare il governatore e andare a elezioni anticipate. Crocetta tuttavia si difende: “Non mi dimetto, sono un combattente e un combattente muore sul campo”.
A cura di Davide Falcioni
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Rosario Crocetta è più determinato che mai a non cedere il suo incarico da Governatore della Regione Sicilia. Dopo le durissime parole di Manfredi Borsellino pronunciate di fronte al Capo dello Stato Crocetta passa al contrattacco: "Mi sfiducino loro, io sono un combattente. Non la darò vinta ai poteri forti", ha detto, riferendosi a un Partito Democratico che, dopo le dichiarazioni del figlio del giudice ucciso dalla mafia 23 anni fa, si è riunito d'urgenza stabilendo che è giunto il momento di staccare la spina al governatore. Nel giro di poche ore a Palermo sono arrivati il segretario regionale Fausto Raciti e il sottosegretario del governo Renzi Davide Faraone: gli stati generali del partito, dopo una lunga discussione, hanno deciso di andare a voto anticipato nel più breve tempo possibile con "un percorso condiviso con gli alleati".

Presto verrà convocato un vertice di maggioranza che stabilirà in che tempi chiudere l'esperienza di Crocetta: il PD proporrà di votare al più presto le norme più urgenti, chiudere il bilancio e quindi tornare alle urne. L'esperienza amministrativa del governatore sembra quindi essere arrivata al termine, anche se lui ha annunciato di non voler fare nessun passo indietro: "Se qualcuno mi chiede di espiare una colpa che non ho, lo farò — diceva ieri — se qualcuno vuole che io insozzi la mia vita per quella colpa, lo farò. Se qualcuno vuole la mia vita per riparare a quella colpa che non ho, io la darò. Tutto accetterò tranne che morire come un pezzo di m..".

Concetti che Crocetta ha ribadito stamattina: "Non mi dimetto, sono un combattente e un combattente muore sul campo. Se lo facessi la darei vinta ai poteri forti", ha dichiarato all'Ansa. "Qualcuno ha voluto mettere a segno un golpe, volevano determinare le mie dimissioni o il mio suicidio – ha aggiunto – e trovo assurdo che organi istituzionali abbiano espresso giudizi senza fare le dovute verifiche con la procura. Il Pd vuole le mie dimissioni? Mai, mi sfiducino se vogliono, così si renderanno complici dei golpisti e passeranno alla storia come coloro che hanno ammazzato il primo governo antimafia della storia siciliana". "Ho sentito che su di me circolano altre voci, alcune riguardano la mia sessualità – aggiunge Crocetta – ma non c'è un bel niente, io non ho nulla da nascondere. Non c'è nulla su di me, la mia storia è limpida".

Come si ricorderà il polverone è iniziato giovedì scorso, quando l'Espresso ha diffuso un'intercettazione telefonica in cui il dottor Matteo Tutino, medico personale di Crocetta, gli dice, riferendosi a Lucia Borsellino: "Questa deve fare la fine del padre". Frase che tuttavia il chirurgo nega di aver pronunciato .

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