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Siccità, la Sardegna dichiara lo stato d’emergenza regionale per la crisi idrica: cosa succede adesso

Per cercare di trovare una soluzione alla siccità e provare a contrastare gli effetti della grave crisi idrica, la Sardegna dichiara lo stato d’emergenza regionale.
A cura di Annalisa Cangemi
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La presidente della Regione Alessandra Todde lo aveva preannunciato: è stato dichiarato lo stato di emergenza regionale in relazione alla crisi idrica in atto in tutto il territorio sardo, in attesa di inoltrare alla premier Giorgia Meloni, dopo la stesura di una relazione sulla situazione nell'isola, la richiesta di stato di emergenza nazionale.

È quando ha deliberato la giunta regionale nella seduta del pomeriggio appositamente convocata dalla presidente Alessandra Todde. Lo scopo del provvedimento, che resterà in vigore sino al prossimo 31 dicembre, "è quello di poter mettere in atto i necessari interventi per la gestione dell'emergenza attraverso ordinanze di protezione civile, adottate dalla presidente della Regione, in deroga alla normativa regionale".

La delibera stabilisce lo stanziamento di "ulteriori e adeguate risorse per la gestione dell'emergenza in atto", rinviando a successive ordinanze di protezione civile "la ripartizione delle risorse medesime tra i soggetti competenti sulla base delle analitiche quantificazioni dei fabbisogni".

Le direzioni generali dell'Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna, dei Lavori pubblici, della Protezione civile e dell'Agricoltura, ciascuna per quanto di competenza, predisporranno a breve una specifica relazione tecnico-illustrativa "necessaria per attivare – è specificato- qualora ne ricorressero i presupposti, la richiesta al presidente del Consiglio dei ministri per la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale".

Sulla base delle informazioni e dei dati, "che identificano uno scenario che può evolvere in una condizione emergenziale, vi è l'urgenza di ricorrere a prime e immediate misure di mitigazione del rischio – ha commentato la presidente Todde – volte a contenere gli effetti della crisi idrica in atto. E che richiedono l'attivazione di procedure straordinarie come quella della dichiarazione dello stato di emergenza". In questo modo, spiega la governatrice, "saremo in grado di mettere in atto i primi interventi urgenti, che adotteremo attraverso ordinanze di protezione civile, anche in deroga alla normativa in vigore".

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