Sibilla Barbieri, l’ultima intervista: “Italia Paese incivile, è ingiusto giudicare il mio dolore”
Sibilla Barbieri, attrice e regista di 58 anni, è morta il 31 ottobre dopo essersi sottoposta a suicidio assistito. La procedura medica è avvenuta in Svizzera, perché in Italia non le era stato permesso. Il figlio 25enne, Vittorio Parpaglioni, l'ha accompagnata e il giorno dopo si è autodenunciato alle autorità italiane, insieme all'ex senatore radicale Marco Perduca, anche lui andato in Svizzera, e a Marco Cappato, la cui associazione ha sostenuto il viaggio. Oggi è stata pubblicata l'ultima intervista di Barbieri, nel podcast "Disobbedisco" di Valentina Petrini, che racconta gli ultimi tre mesi di vita dell'attrice.
Da luglio di quest'anno, Barbieri – che era malata dal 2013 – ha scoperto che la sua malattia non era più in alcun modo curabile, e i medici hanno sospeso le terapie. Da allora l'attrice ha iniziato le cure palliative, ma anche la procedura per il suicidio medicalmente assistito. Avrebbe voluto farlo Italia, a Roma, dove viveva, ma la sua Asl glielo ha negato dopo aver inviato una commissione a valutare se avesse i requisiti necessari: "Mi trovo molto a disagio sul fatto che abbiano giudicato il mio dolore", ha detto Barbieri.
"Io mi sono presentata bene alla commissione che è venuta, molto collaborativa, però questo non vuol dire che non abbia sofferto moltissimo negli ultimi anni", ha spiegato. "Non è giusto che giudichino la quantità e la qualità del mio dolore, come qualcosa da categorizzare. Io penso di avere il diritto di scegliere sulla mia vita".
Poi è emersa la possibilità di andare in Svizzera: "Quando ho avuto la notizia che potevo fare questa cosa ho provato una profonda serenità. Perché decidevo io, non sarei stata in balia degli eventi. Tutti i giorni ho cose nuove, mi si è aperta oggi una ferita al braccio, ieri camminavo meglio e oggi peggio. È una situazione che precipita, quindi basta. Non è giusto, non lo voglio così". Barbieri ha spiegato: "Mi sono scelta il mio bell'albergo sul lago, vado quel giorno, faccio la mia azione. Il momento in cui è stata accettata questa cosa dici ‘ok, questo è il mio tempo. È il mio destino. Muoio giovane, pace'". Poi si è commossa.
L'aspetto che più la turbava, ha detto Barbieri, erano i suoi figli: "Vorrei vederli, conoscerli, proteggerli, ma non lo posso fare. Non è nelle mie possibilità. Potrei rimandare una settimana questa morte, ma alla fine il tempo è questo. Bisogna capire come lo vuoi vivere, non ci si può opporre con un pettinino al mare. Ho fatto tutte le cure possibili, anche i miei medici a un certo punto mi hanno detto che non vedevano nessun'altra possibilità. Quindi basta".
Proprio il figlio di Barbieri ora affronterà un'indagine per averla aiutata: "Ha scelto di fare disobbedienza civile anche lui. Ma voglio dire: io ti sto dicendo che lo faccio di mia spontanea volontà, addirittura vado in un altro Paese perché non me lo fai fare, e tu punisci lui perché mi sta semplicemente accompagnando? Che Paese incivile". Il pensiero che possa rischiare il carcere "mi preoccupa, ha 25 anni, sono sua madre. Ma mio figlio è molto determinato nelle sue scelte".
Barbieri, nell'intervista, ha spiegato anche il valore politico del suo gesto: "Non pretendo che nessun altro faccia l'azione che ho fatto io. Lo voglio per me e per tutte le persone che lo desiderano in Italia, che non hanno i soldi per andare in Svizzera – mi costerà 11mila euro. La legge serve all'uomo, deve essere flessibile, altrimenti è un'accetta che può creare delle grandi ingiustizie".