Si va verso la crisi di governo, Giorgia Meloni chiede subito le elezioni: “Basta giochi di palazzo”
"Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito": lo scrive la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, in un post su Facebook al termine di una giornata caldissima per la maggioranza di governo. Giuseppe Conte ha confermato che il Movimento Cinque Stelle non voterà il decreto Aiuti (su cui Palazzo Chigi ha messo la fiducia) in Senato, e la Lega ha fatto sapere che in caso di strappo non c'è più alcuna maggioranza da considerare. "Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull'approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo "dei migliori" è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito", commenta Meloni, che da tempo chiede di andare al voto.
Ora però diversi altri leader politici sembrano d'accordo. "Se i 5 Stelle escono dall’Aula, la maggioranza non c’è più: basta con litigi, minacce e ritardi, parola agli italiani", hanno commentato fonti della Lega dopo l'annuncio di Conte. Domani ci sarà la riunione con i vertici del partito per decidere la linea da tenere a questo punto: "La Lega non ha cercato né voluto alcuna crisi e assiste con viva preoccupazione a quanto sta accadendo nel campo della sinistra. Domani Matteo Salvini farà il punto della situazione con i vertici del partito (capigruppo, ministri, governatori). L’Italia non può permettersi un assurdo, logorante e infinito tira e molla sulla pelle dei cittadini mentre gli stipendi non aumentano, l’inflazione e le bollette salgono e alcuni provvedimenti (dalla pace fiscale all’autonomia) sono fermi", hanno fatto sapere ancora fonti del Carroccio.
"La decisione del M5S di non partecipare domani al voto di fiducia sul Dl Aiuti è un atto di grave irresponsabilità assunto, per interessi di parte, in uno dei momenti più difficili dell'Italia. Dopo Mario Draghi non sosterremo alcun governo", commenta su Twitter il numero due di Forza Italia, Antonio Tajani.
Il segretario del Pd, Enrico Letta, aveva fatto sapere che in caso di strappo l'unica soluzione è tornare alle urne. Sulla stessa linea Matteo Renzi, secondo cui "meglio andare al voto adesso che continui ricatti" dal Movimento Cinque Stelle. Subito è arrivato anche il commento anche del leader di Azione, Carlo Calenda: "Conte, l'avvocato del popolo, il punto di riferimento dei progressisti, si accinge a far cadere un governo presieduto dall'italiano più autorevole nel mondo in mezzo a una guerra. Rimane solo la soddisfazione di essere tra i pochi partiti a non averci mai avuto nulla a che fare".