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Sì al progetto del Ponte sullo Stretto, no al fondo per i malati di Sla

Il Governo decide di prorogare di due anni il faraonico progetto voluto da Berlusconi, per non pagare le penali. Contemporaneamente taglia il fondo per i non-autosufficienti, motivandolo con la necessità di far quadrare i conti. E i disabili minacciano un altro sciopero della fame.
A cura di Biagio Chiariello
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Sì al rifinanziamento del progetto del Ponte sullo Stretto, no ai soldi ai malati di SLA
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Doccia gelata per i tanti malati di Sla i e sulle loro famiglie. Il premier Mario Monti e il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, hanno scelto di  tagliare i fondi per l’assistenza ai disabili. Tutto era cominciato con l'iniziativa del Comitato 16 Novembre onlus: settanta disabili gravi e gravissimi, tra cui i malati di Sla, avevano optato per uno sciopero della fame con l'obiettivo di ottenere risposte dal governo in merito allo sblocco di 658 milioni di euro destinati alla non autosufficienza, stanziati a luglio da Monti nella spending review. Una decisione estrema interrotta solo dopo la visita dei Elsa Fornero (Lavoro) e Renato Balduzzi (Salute) a Salvatore Usala, segretario nazionale del Comitato 16 novembre (cui aderiscono disabili con patologie neurodegenerative progressive, come distrofia muscolare, sclerosi multipla e sclerosi laterale amiotrofica, appunto) i Ministri si erano impegnati «personalmente» a ripristinare almeno la metà di quel fondo. Ma l'ultimo Cdm è finito male, almeno per i malati di Sla. Il Governo tecnico ha detto "no" al fondo per l’assistenza ai disabili. Un taglio che sarebbe stato motivato dai tecnici come necessario per far quadrare i conti del Paese. Eppure, di fronte ad una decisione che mette seriamente a rischio la vita di questi sfortunati, la Fornero sarebbe scoppiata in lacrime, come racconta Repubblica.

La proroga al progetto "Ponte Stretto Messina" che fa discutere – E la scelta di tagliare il fondo ai non autosufficienti non può non far discutere, dal momento che arriva all'indomani di una altra assai controversa decisione del governo: quella sul rinvio alla realizzazione di un ponte che non si farà mai. Quello sullo Stretto di Messina. Siamo più chiari. L'ideale sarebbe  stato quello di dire un secco no alla grandiosa impresa voluta da Silvio Berlusconi, ma Monti ha optato per il rinvio, quantomeno per non pagare subito le penali alle imprese coinvolte nel progetto per la disdetta del contratto firmato nel 2006, e che ammontano a un massimo di 312 milioni di euro. E così il Consiglio dei Ministri ha prorogato «per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità» si legge in una nota di Palazzo Chigi, nella quale si precisa che la decisione «è motivata dalla necessità di contenimento della spesa pubblica, vista anche la sfavorevole congiuntura economica internazionale».

Decisione che però non è piaciuta: «è uno schiaffo all'Italia onesta» dice il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, chiedendosi: «Com'è possibile che un governo che taglia i fondi per l'assistenza ai malati di Sla non cancelli immediatamente un'opera che costerà più di 8,5 miliardi di euro e che rappresenta la sagra dello spreco e dell'inutilità?». Bonelli poi fa due conti: «con gli 8,5 miliardi di euro del Ponte sullo Stretto si potrebbero realizzare 90 km di metropolitana o 621 km di rete tranviaria, acquistare 3.273 tram e 23.000 autobus ecologici rivoluzionando il trasporto pubblico nelle nostre città e affrontare finalmente il problema dei pendolari che vivono una situazione drammatica».

I malati di Sla ora sono pronti ad un nuovo sciopero. Se entro il 20 novembre non arriverà una risposta sulla questione dei fondi all'assistenza, riprenderà la protesta. E' questo l'ultimatum di Mariangela Lamanna, vicepresidente del Comitato 16 novembre, rilanciato in un’intervista a controlacrisi.org:  «Se non avremo risposte dal governo, 100 malati di Sla riprenderanno la protesta con azioni eclatanti ed estreme».

I ministri hanno detto che c'è una legge, quella sulla spending review, che impegna 658 milioni di euro", che "in via prevalente devono essere utilizzati per la non autosufficienza, prioritariamente per le gravi disabilità – dice Lamanna – Prevalente di 658, significa 330 milioni, ma potrebbero essere anche 350". "Spetterà al governo – aggiunge – emendare il disegno di legge di stabilità stabilendo che nel fondo Catricalà, di 900 milioni 350 siano per la non autosufficienza. I ministri hanno chiesto 20 giorni di tempo per produrre atti, ma siamo certi del loro impegno".

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