Sì alla fiducia, ora il Decreto Irpef passa alla Camera
Dopo una discussione serrata, con il tentativo di allargare la platea degli aventi diritto orchestrato dal Nuovo Centro Destra, il decreto Irpef passa alla Camera dei deputati senza cambiamenti di rilievo nella sua parte più controversa (quella che riguarda il bonus in busta paga). Infatti, il Senato ha votato la fiducia al Governo sul testo base del "decreto del bonus degli 80 euro", con la maggioranza compatta nel sostegno all'esecutivo: sono stati infatti 159 i sì e 112 i no (nessun astenuto). Resta però l'impegno del Governo ad inserire nella legge di stabilità l'ampliamento della platea dei beneficiari del bonus alle famiglie monoreddito con due o più figli a carico: una mediazione che ha soddisfatto solo in parte i centristi, che si sono dovuti piegare di fronte al niet di Padoan (che ha fatto leva sulla limitatezza delle risorse per l'anno in corso).
Cambiano invece altri provvedimenti contenuti nel decreto: ci sarà un rinvio delle scadenze della Tasi per i comuni ritardatari, con lo slittamento del termine di pagamento in quei comuni che ancora non hanno determinato le aliquote relative; viene mantenuto il taglio di 150 milioni di euro per la Rai (ma si escludono ulteriori tagli ai costi operativi), aumenterà la tassa per il rilascio del passaporto (73,50 euro oltre al costo del libretto) e quella per il rilascio della cittadinanza; viene ripristinata poi la possibilità di accedere al beneficio di rateizzazione dei debiti di Equitalia anche per chi non ha rispettato precedenti vincoli; confermato l'obbligo delle amministrazioni pubbliche di pubblicare i compensi dei membri del Cda; slitta al 2016 l'esclusività delle pubblicazioni online dei bandi di gara (restano dunque gli aggravi per le casse dello Stato); via libera alla deroga ai limiti di spesa per la Lombardia per Expo 2015.