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Il caso Sgarbi

Sgarbi e il quadro ‘Concerto con bevitore’: le chat inchiodano l’ex sottosegretario in corsa per le europee

Nell’inchiesta giornalistica di Fatto Quotidiano e Report spuntano nuove chat che confermerebbero il coinvolgimento di Vittorio Sgarbi nel caso della tentata vendita illecita del dipinto ‘Concerto con bevitore’, attribuito a Valentin de Boulogne. Sgarbi smentisce: “È stato comprato non da me, ma da un mio vecchio amico per 10mila euro”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Svolta nell'inchiesta che coinvolge il critico d'arte Vittorio Sgarbi, candidato alle prossime elezioni europee con Fdi, e che riguarda il dipinto del Seicento ‘Concerto con bevitore', attribuito a Valentin de Boulogne, caravaggista francese. Per la vicenda Sgarbi è indagato dalla procura di Imperia per esportazione illecita di beni culturali. L'ex sottosegretario alla Cultura avrebbe comprato l'opera, che vale 5,5 milioni di euro, per 10mila euro. Il dipinto è stato sequestrato l'11 giugno 2021 mentre era diretto a Montecarlo per una vendita all'estero, privo dell'attestato di libera circolazione previsto dalla legge. Nell'inchiesta sono coinvolti anche la compagna di Sgarbi Sabrina Colle e il mercante d'arte Gianni Filippini.

Il caso è stato sollevato dalla trasmissione della Rai ‘Report' e dal Fatto Quotidiano. Dopo i servizi usciti, Vittorio Sgarbi, a fine gennaio, ha annunciato un' "azione civile da 5 milioni di euro" contro gli autori dell'inchiesta di Report, che mostra come il critico d'arte abbia acquistato il dipinto di Valentin de Boulogne, ‘Concerto con bevitore', da una persona in condizioni disagiate e che lo abbia esportato "illecitamente" all'estero. Il critico d'arte ha sempre ritenuto la questione una montatura, senza fondamento. Secondo la difesa del sottosegretario la tela non apparteneva a Sgarbi, e si trattava di una copia di proprietà di un amico. Eppure Mauro Brognoli, l'uomo che nel 2014 ha venduto il quadro a Sgarbi, smentisce questa versione.

Sgarbi continua a ripetere che quel quadro non è l'originale, ma una copia. Il quadro oggetto dell'inchiesta "è stato comprato non da me, ma da un mio vecchio amico per 10mila euro. L'esportazione abusiva scatta quando il valore supera i 13.500. Mi chiese di periziarla e non l'ho mai fatto, quella che indicano come una mia perizia è una scheda tecnica inviata dalla segreteria. Inoltre alla fine il dipinto non è stato venduto, quindi di che parliamo?" ha commentato Sgarbi al Corriere della Sera.

Le chat pubblicate dal Fatto Quotidiano

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato però delle chat che inchiodano l'ex sottosegretario, che nel frattempo è stato costretto a dimettersi, lasciando l'incarico di governo. Da una conversazione Whatsapp risulta che Sabrina Colle scrisse: "Speriamo di vendere il quadro, altrimenti siamo rovinati".

Nell'articolo pubblicato ieri da Thomas Mackinson, pubblicato dal Fatto Quotidiano, compaiono diverse chat, comunicazioni tra la fidanzata di Sgarbi e il mercante d'arte Gianni Filippini. Fondamentale, nella ricostruzione dei fatti risulta la testimonianza resa da Mirella Setzu, gallerista cagliaritana che si era impegnata a garantire la collocazione del quadro sul mercato internazionale esponendolo alla fiera d'arte di Maastricht che si sarebbe svolta a marzo 2020 (la posizione di Setzu risulta stralciata, specifica Mackinson). Gianni Filippini la contattò, dicendole che Sgarbi poteva presentare alla fiera due o tre opere di sua proprietà per la vendita. La testimonianza di Mirella Setzu trova riscontro anche nei messaggi che Filippini nel frattempo scambiava con Colle: "Sabrina, posso aiutarti a fare cassa con due banche estere. Potreste vendere qualche opera della vostra collezione", dietro "equa commissione". E ancora: "Ciao Sabrina hai parlato con Vittorio? Devo sapere cosa avete deciso, e poi vi spiegherò le condizioni". Ecco la risposta: "Ho parlato con Vittorio, mi ha detto: proponi il Perugino e il Valentin de Boulogne alla banca".

Ci sono poi altre chat, pubblicate sempre dal Fatto Quotidiano, che mostrano i tentativi di vendita del prezioso quadro. Siamo a metà febbraio 2020, ed è Filippini ancora una volta a scrivere: "Sabrina, forse ho una persona che potrebbe acquistare il Valentin. È un miliardario sudafricano che si chiama Dick Enthoven. Gli chiedo 2,5 milioni trattabili. Che dici? Chiedilo a Vittorio". E ancora, in un messaggio del 4 maggio: "Ciao Sabrina hai novità per il Valentin? Con Mirella ti stai sentendo? Invia un contratto per certificare che l’opera è in deposito e la proprietà è tua". Aggiunge poi di aver inoltrato la scheda del dipinto a una società d'investimenti a New York per sondare l'interesse all’acquisto.

Chiusa l'inchiesta di Impersia sul dipinto ‘Concerto con bevitore'

L'inchiesta della Procura di Imperia ora è stata chiusa, e viaggia verso la richiesta di processo. Tra i documenti c'è anche una radiografia, allegata alla relazione tecnica dell'Istituto Centrale per il Restauro, che dimostrerebbe che l'opera è effettivamente del XVII secolo. Ma secondo Sgarbi questo non è abbastanza per provare che si tratti dell'originale. "Ma le pare che ci si affida a una radiografia che non prova niente? Non è che se sottopongo ai raggi x un Fontana l'esame stabilisce che è suo", ha detto ancora al Corriere.

Entro maggio dovrebbe chiudersi anche l'inchiesta avviata dalla Procura di Macerata per riciclaggio di opere d’arte legata al famoso ‘Manetti' con la candela, il dipinto che si sospetta sia stato rubato al Castello di Buriasco nel 2013.

A marzo la Procura di Roma aveva chiesto anche il rinvio a giudizio per Vittorio Sgarbi, per il caso del quadro comprato all’asta nel 2020: secondo l’accusa l’ex sottosegretario avrebbe fatto figurare la compagna come acquirente, evitando così di versare 715mila euro all'Agenzia delle Entrate.

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