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Sfiducia a Durigon, sottosegretario leghista accerchiato: anche i ministri chiedono le dimissioni

Si moltiplicano le richieste di dimissioni nei confronti del sottosegretario leghista Claudio Durigon dopo la sua proposta di intitolare un parco di Latina ad Arnaldo Mussolini: dopo le richieste del Movimento 5 Stelle anche il Pd annuncia una nuova mozione di sfiducia e pure alcuni ministri si accodano alla richiesta di dimissioni.
A cura di Stefano Rizzuti
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Claudio Durigon è sempre più accerchiato. Le richieste di dimissioni, ormai, non arrivano solo dal Parlamento, ma anche dall’interno dello stesso governo. Con due ministri che chiedono un passo indietro e il Pd che si appresta a presentare una nuova mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario leghista all’Economia dopo quella già avanzata nelle scorse settimane dopo l’inchiesta di Fanpage.it ‘Follow the money’. Pd, Movimento 5 Stelle e Leu continuano a richiedere le dimissioni di Durigon, soprattutto dopo la sua proposta di intitolare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, fratello di Benito, al posto di Falcone e Borsellino a cui è attualmente dedicato.

Le critiche a Durigon sono partite dai leader di Movimento 5 Stelle e Pd, Giuseppe Conte ed Enrico Letta. A cui si sono accodati anche due ministri come Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli, secondo il quale è “necessario un passo indietro” prima di arrivare a discutere la mozione. A loro si aggiunge la viceministro di Italia Viva, Teresa Bellanova, che parla di “apologia del fascismo” e di una “bruttissima pagina di politica”, ma non fa esplicito riferimento alle dimissioni. C’è poi la raccolta firme promossa da Maurizio Verona, sindaco di Stazzema. In realtà quella presentata nei confronti di Durigon non è una vera mozione di sfiducia, poiché il Parlamento non sfiducia i sottosegretari, ma può al massimo chiedere l’intervento del presidente del Consiglio per rimuovere Durigon dal suo ruolo.

Dalla Lega e dallo stesso Durigon per il momento arrivano pochi commenti. Ci prova il segretario Matteo Salvini a difendere il suo sottosegretario: “La sinistra chiede le dimissioni di chiunque un giorno sì e un giorno no. Fascismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia e nella Lega non c'è nessun nostalgico. Durigon è bravissimo, è il papà di ‘Quota cento'. Chi è di Latina sa di che vicenda si tratta: il parco era intitolato a Arnaldo Mussolini, non a Benito, e la sinistra poi gli ha cambiato il nome. Durigon aveva chiesto al sindaco di occuparsi di immondizia e non di cambiare i nomi ai parchi. Nessuna nostalgia nel passato. La Lega ha i piedi piantati nel presente e nel futuro”.

Gli episodi dell’inchiesta

Ma dal Pd le richieste di dimissioni si moltiplicano. E il deputato Enrico Borghi ha annunciato oggi, a Radio 24, che i dem presenteranno una nuova mozione di sfiducia che “sarà votata”: “Nella Repubblica Italiana nata dall'antifascismo non ci può essere nessuno al governo che si richiama esperienza dittatoriale del passato”. Sostegno alla richiesta di Pd e M5s potrebbe arrivare anche da alcuni esponenti del centrodestra, come nel caso di Elio Vito di Forza Italia: “Sono sempre più convinto della necessità delle dimissioni del sottosegretario Durigon. E sono pure sempre più convinto che dovrebbe essere proprio la Lega e tutto il centrodestra a chiederle, senza lasciare l’iniziativa alla sinistra o mettere in difficoltà il presidente Draghi”.

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