“Settimana lavorativa di 4 giorni a parità di stipendio”: Sinistra Italiana rilancia la proposta
Nel centrosinistra si torna a parlare della settimana lavorativa da quattro giorni. Dopo l'intervista di Elly Schlein a Fanpage.it, in cui la segretaria del Partito Democratico ha parlato di benefici importanti generati dall'introduzione della misura, il tema ha ricominciato a circolare con più insistenza. Non è una novità, anzi. Ma negli ultimi anni, anche grazie a una serie di sperimentazioni che hanno dato e stanno dando ottimi risultati, si è riaperto il dibattito in merito. Tanto che, anche nel centrodestra, in pochi hanno chiuso la porta alla questione. Anzi, il governo Meloni ha persino ipotizzato di poterla usare per ridurre le emissioni.
"Per almeno 150 anni la riduzione dell'orario di lavoro è stata lo strumento con cui i lavoratori e le lavoratrici hanno trasformato il tempo e cambiato la propria vita – ha scritto sui social Marco Grimaldi, vicecapogruppo alla Camera dell'alleanza Verdi e Sinistra – Oggi dopo anni di solitudine se ne fanno portavoce anche dei governi, addirittura alcune multinazionali e questo deve farci gioire ma non catturarci: deve essere sempre ancora il mondo del lavoro, tutto, a percepirlo come una frontiera del possibile. Anche nel nostro Paese".
"Non possono essere solo gli sfruttati, i sottoccupati, i sottopagati a mettersi insieme per ridisegnare le politiche del lavoro in base al proprio diritto alla vita, alla libertà, alla felicità – ha aggiunto l'esponente di Sinistra Italiana – Il punto è che in Italia si lavora troppo o troppo poco. Dobbiamo ridistribuire, ridurre l'orario di lavoro a parità di salario, riconquistare il tempo, un'ora alla volta". Per il partito guidato da Nicola Fratoianni, la settimana corta non è una novità: lo stesso leader di Sinistra Italiana ha presentato una proposta di legge in merito all'inizio della legislatura, che attualmente è ferma alla Camera in attesa di essere assegnata in commissione.
D'accordo tra le opposizioni, oltre al Partito Democratico, c'è sicuramente il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, che a sua volta ha presentato personalmente una proposta di legge qualche mese fa. È invece totalmente contrario Carlo Calenda: per il leader di Azione si tratta di una proposta demagogica che genera solo povertà lavorativa.