Servono 4 miliardi, il Governo rispolvera i tagli alla spesa
Probabilmente il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta non avrebbe potuto essere più chiaro di così: "Entro il prossimo mese, e comunque entro la legge di stabilità, il governo deve trovare 2 miliardi per la seconda rata dell'Imu, 1 miliardo per l'Iva e un altro miliardo circa per la Cassa integrazione guadagni e per il rifinanziamento delle missioni all'estero, sperando che non si aggiungano altre emergenze". Insomma, margini di manovra per ulteriori uscite non ce ne sono e per di più manca anche un quadro d'insieme, dal momento che "non si può continuare ad affrontare un problema alla volta e non si può pensare di trovare miliardi di euro in 20 minuti".
È chiaro però che queste risorse devono necessariamente essere trovate. E ancora una volta la soluzione si chiama "tagli alla spesa", stavolta però, come ricorda Baretta "in tagli semilineari come quelli impostati negli ultimi giorni". Nelle complesse macchine dei ministeri sarebbero in effetti nascoste ancora risorse enormi, da scovare, selezionare e recuperare grazie ad una nuova spending review (o in sede di legge di stabilità). In particolare da tagli alla spesa corrente potrebbero arrivare subito circa 300 milioni di euro, escludendo ovviamente il ministero dell'istruzione e con ogni probabilità quello della Difesa (che "come prassi" potrebbe procedere ad una spending review autonoma). Il resto delle risorse potrebbe arrivare in parte da (ulteriori e sanguinosi) tagli nei trasferimenti alle amministrazioni locali (anche se dal "pozzo senza fondo" degli enti inutili o presunti tali si è già attinto a piene mani negli ultimi anni) e dalla revisione del sistema degli incentivi e delle detrazioni. Questioni complesse, in ogni caso. E proprio per questo non sono esclusi "colpi di scena", con qualche analista che si spinge già a prevedere tagli ai contributi alle imprese, dai quali si potrebbero ricavare circa 10 miliardi di euro. Già, ma a prezzo di un ulteriore rallentamento della crescita.