Sergio Mattarella: “Lo studio serve per aprirsi agli altri e per rispettarli”
Lo studio rappresenta la “spinta e lo strumento per l’apertura e il rispetto verso culture diverse, altrui opinioni, esperienze di altri. Costituisce la spinta e lo strumento per l’apertura, per il dialogo, per l’amicizia”. Sono le parole pronunciate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha legato il tema dello studio a quello dei migranti, ricordando il caso del 14enne del Mali, morto quattro anni fa nel naufragio di un barcone. Quel ragazzo, nella tasca interna della giacca, aveva con sé la sua pagella scolastica: questo caso rappresenta l’esempio dei “giovanissimi che attribuiscono alla loro pagella, ai loro risultati scolastici il valore di un passaporto, di un accreditamento, di serietà di impegno verso il Paese in cui speravano di poter sviluppare la loro vita, la loro cultura, il loro benessere”, secondo il presidente della Repubblica. E quella speranza è stata però stroncata “in modo drammatico”, sottolinea ancora il capo dello Stato, spiegando che questo deve “interrogare le nostre coscienze”.
Mattarella si trova a Cassino, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’università e da lì sottolinea l’importanza dello studio per aprirsi al mondo e rispettare le altre culture e le altre opinioni: “Lo studio è spunto per il dialogo e l’amicizia”, ribadisce ancora. Da qui nasce l’importanza “del dovere di generosità, di apertura, di dialogo nonché di preparazione e competenza” che le università devono e continuano a profondere.
Mattarella sottolinea il ritardo dell’Italia “per il numero di laureati rispetto alla media europea": “Questo percorso ha bisogno di una forte spinta da parte delle istituzioni”, secondo quanto sottolinea il capo dello Stato. E da questo punto di vista ribadisce l’importanza dell’apertura di nuove università e di nuovi percorsi di studio: “Gli studi universitari non possono essere riservati a una élite”. E “questo percorso di diffusione capillare degli studi superiori” è ancora “un percorso tutt’altro che compiuto” e che le istituzioni, appunto, devono incentivare, secondo Mattarella.