Sequestro smartphone e pc diventa più difficile, primo ok al ddl: cosa cambia
L'aula del Senato ha approvato con 89 voti favorevoli, 18 contrari e 34 astenuti il disegno di legge di iniziativa parlamentare (primo firmatario il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin) sulle modifiche al codice di procedura penale in materia di sequestro di dispositivi e sistemi informatici, smartphone e memorie digitali. Il provvedimento era in prima lettura, passa ora all'esame della Camera.
Il testo introduce una procedura dettagliata per il sequestro dei dispositivi elettronici nell'ambito delle indagini penali, che punta a garantire un equilibrio tra l'esigenza investigativa e la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini. Tra le novità introdotte, la riserva di giurisdizione attribuisce al gip il potere di autorizzare il sequestro dei dispositivi informatici, garantendo così un controllo giudiziario sulla procedura: l'autorizzazione è subordinata alla necessità che i dispositivi siano indispensabili per il proseguimento delle indagini, nel rispetto del principio di proporzionalità.
In situazioni di urgenza, il pubblico ministero può disporre il sequestro preventivamente, ma deve poi richiedere l'autorizzazione giudiziaria entro tempi stretti. Per quanto riguarda la disciplina delle perquisizioni informatiche e delle garanzie di inviolabilità e segretezza della corrispondenza, si stabiliscono tempi stringenti per l'esecuzione delle attività tecniche e si prevede il riesame dei decreti di sequestro. Voto favorevole, oltre che dalla maggioranza che ha evidenziato la necessità di colmare il vuoto normativo in materia, richiamando l'importanza di disposizioni in grado di proteggere la privacy, anche da parte di Italia Viva. Contrario M5s, con Scarpinato che ha criticato la maggioranza di "priorizzare interessi particolari a discapito dell'interesse generale".
Astenuto il Pd con Verini che ha sottolineato "una tendenza a indebolire l'azione della magistratura e la sua indipendenza. Poteva essere l'occasione per un lavoro comune, invece è stato fatto un pasticcio. Le parole del ministro Nordio avevano purtroppo fatto presagire il peggio quando aveva sostenuto che è ‘inaudito che uno smartphone possa essere sequestrato con la sola firma di un Pm vista la concentrazione di notizie che possono essere contenute in un cellulare'".
Ma per Gianni Berrino di Fratelli d'Italia, "gli smartphone e i pc sono la nostra vita ed ogni volta che si sequestra un telefonino si assiste a un sequestro smisurato. Siamo intervenuti perché consapevoli che nei nostri smartphone c'è tutta la nostra esistenza. E non solo la nostra. Sono soddisfatto che oggi si arrivi all'approvazione di questo ddl, rafforzando le garanzie dei cittadini, qualcosa che è nostro dovere tutelare".
"Un altro tassello importante nell'ottica di riforme ispirate ai principi della Costituzione e allo stretto interesse pragmatico dei cittadini. E' questo lo spirito delle riforme della giustizia. Non un processo per sacerdoti, ma una dottrina per i fedeli", ha detto il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, commentando il voto del disegno di legge sul sequestro degli smartphone subito dopo la sua approvazione nell'Aula di Palazzo Madama. È un testo che il governo pensa "che in qualche maniera possa servire ai cittadini ad essere più confidenti nella giustizia e ai Pm a non essere disturbati nell'attività di indagine dando al giudice il ruolo di garante nel rapporto tra accusa e difesa".
"L'astensione del Pd – ha aggiunto – penso che sia il frutto di una scelta politica e non tecnica. Il provvedimento ha a nostro avviso una sua rotondità, una sua puntualità".
"Sia chiaro – ha detto ancora – noi privilegiamo i giudici, riteniamo che quello sia il punto di riferimento e di convergenza che garantisce anche nell'ambito delle indagini preliminari un corretto equilibrio tra chi indaga e chi si deve difendere".