Maxi sequestro a Marcello Dell’Utri per 10,8 milioni di euro, non dichiarò bonifici di Berlusconi
Scatta il sequestro di 10,8 milioni di euro per Marcello Dell'Utri, e di questi 8,2 milioni di euro fanno riferimento alla moglie Miranda Ratti. Il provvedimento è stato firmato dalla giudice per le indagini preliminari di Firenze Antonella Zatini, e riguarda entrate che sono legate anche a prestiti infruttiferi mai restituiti corrisposti da Silvio Berlusconi negli anni. L'ambito è quello dell'indagine sulle stragi mafiose del 1993 a Roma, Milano e Firenze, in cui Dell'Utri è indagato (e anche Berlusconi lo era, fino alla sua morte), ma il provvedimento non è legato a quegli eventi. Il sequestro, infatti, ha a che fare con una condanna che l'ex senatore di Forza Italia ha già ricevuto: quella definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.
Chi riceve condanne definitive per fatti di mafia, infatti, ha l'obbligo di comunicare ogni anno, nei dieci anni successivi, le variazioni del suo patrimonio. Lo prevede la legge Rognoni-La Torre del 1982. Questo è ciò che Dell'Utri non avrebbe fatto, secondo la Direzione distrettuale antimafia: ci sarebbero state variazioni per oltre 42 milioni di euro che non sono state dichiarate, in violazione della norma. Il sequestro colpisce anche la moglie perché, secondo gli inquirenti, si tratterebbe comunque di soldi riconducibili all'ex senatore. Ratti, comunque, non è mai stata indagata nei procedimenti che hanno riguardato il marito.
Secondo quanto riportato da agenzie di stampa il denaro è in buona parte legato a prestiti e vari bonifici che negli anni – dopo la sentenza di condanna definitiva del 2014 – Silvio Berlusconi erogò allo stesso Dell'Utri, alla moglie e al figlio. Secondo alcuni inquirenti, il pagamento di queste somme sarebbe stato legato alla richiesta fatta a Dell'Utri di non coinvolgere Berlusconi nei procedimenti giudiziari, cosa però mai dimostrata. Ci sono poi anche altre entrate, come la compravendita di immobili e di opere d'arte. La somma complessiva, in ogni caso, non tiene conto dei 30 milioni di euro che l'ex presidente del Consiglio ha lasciato in eredità Dell'Utri.
La Dda ha spiegato che l'ex senatore ha omesso di "comunicare, entro i termini stabiliti dalla legge, le variazioni patrimoniali per un ammontare complessivo di 42.679.200 euro". Insomma, con diverse "azioni e omissioni, in tempi di versi", ma seguendo "un medesimo disegno criminoso", Dell'Utri non avrebbe dichiarato quanti soldi gli arrivavano. La cosa sarebbe emersa tramite "vari accertamenti concernenti i flussi finanziari che hanno riguardato Marcello Dell'Utri dal 2014 ad oggi", eseguiti nell'indagine sulle stragi mafiose. Il motivo per cui vengono sequestrati ‘solo' dieci milioni sui circa 42 complessivi è che la legge Rognoni-La Torre prevede un periodo di prescrizione di sei anni, e quindi si può applicare solo al periodo dal 2017 in poi.