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Separazione carriere magistrati, primo sì al ddl voluto da Nordio per riformare la Giustizia

Passo avanti verso la separazione delle carriere dei magistrati: la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato il testo base proposto dal governo. Pd e M5s hanno votato contro. Colucci (M5s): “Forza Italia va all’incasso”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Primo sì in commissione Affari costituzionali alla riforma della separazione delle carriere di magistrati, quella che il ministro della Giustizia Nordio considera  “la madre di tutte le riforme", insieme alla riforma globale del Csm. La Commissione ha infatti votato adottando il ddl del governo come testo base, ha spiegato all'Ansa il presidente della Commissione e relatore Nazario Pagano. Il termine per gli emendamenti è stato fissato alle 12 del 23 ottobre. Il provvedimento è uno dei cavalli di battaglia di Forza Italia, ma è fortemente appoggiato anche da Fratelli d'Italia.

Il ddl voluto da Nordio era stato emanato dal Consiglio dei ministri a fine maggio, e comprendeva otto articoli, con modifiche all'articolo 87 della Costituzione e all'intero Titolo IV: separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante, due Csm (conseguente alla separazione delle carriere) entrambi presieduti dal Capo dello Stato, e una Alta Corte disciplinare.

In favore dell'adozione del ddl del governo come testo base hanno votato i gruppi di maggioranza ed anche Riccardo Magi, segretario di +Europa. Voti contrari sono giunti da Pd e M5s. Erano invece assenti al momento della votazioni rappresentanti di Avs e di Iv.

Oltre al ddl Nordio, già ad inizio legislatura erano stati presentate altre proposte di legge da parte di Forza Italia (primo firmatario Antonino Calderone), di Enrico Costa, di Iv (Roberto Giachetti) della Lega (Iacopo Morrone). Il loro iter parlamentare era iniziato nel febbraio del 2023, ma si era poi fermato a gennaio di quest'anno in attesa del testo del governo. Questo era stato depositato il 13 giugno scorso, e dopo questo passaggio erano riprese le audizioni di esperti e la discussione generale, terminata ieri.

Le reazioni

"L'adozione del testo base della riforma costituzionale per la separazione delle carriere requirenti e giudicanti dimostra che, finalmente, è arrivato il momento di discutere e approvare un importante punto del programma del centrodestra, una delle proposte che Forza Italia considera prioritarie per modernizzare il Paese e renderlo ancora più giusto. Lavoreremo con l'obiettivo di arrivare al voto finale alla Camera dei deputati entro la fine dell'anno", hanno commentato in una nota Enrico Costa, Pietro Pittalis e Paolo Emilio Russo, deputati di Forza Italia, al termine della riunione della commissione Affari costituzionali.

"È stato approvato in Commissione Affari costituzionali alla Camera il testo base sulla separazione delle carriere. La riforma ‘must go on'. È un primo passo fondamentale verso la realizzazione di quella che per noi è la riforma delle riforme nel campo della giustizia", ha detto il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, senatore di Forza Italia.

"L'accelerazione della maggioranza sulla separazione delle carriere dei magistrati porta avanti il matrimonio di interesse che tiene insieme il governo Meloni. Forza Italia va all'incasso sulle intercettazioni e su questa riforma costituzionale dopo aver concesso a Fratelli D'Italia il Premierato e alla Lega l'Autonomia Differenziata, salvo cannoneggiare ogni giorno la sciagurata legge Spacca-Italia contro cui si è attivata anche una straordinaria mobilitazione popolare", ha detto il deputato M5s Alfonso Colucci, capogruppo M5s in commissione Affari Costituzionali.

"Hanno probabilmente capito che l'Autonomia potrebbe essere la Caporetto del centrodestra, così come un'altra disfatta potrebbe consumarsi con il referendum costituzionale sul Premierato che abbatte i pilastri della nostra democrazia – ha aggiunto -. Forse Meloni lo ha capito e infatti la legge cara al suo partito procede a rilento. Con la separazione delle carriere dei magistrati il centrodestra punta evidentemente a colpire l'autonomia e l'indipendenza del potere giudiziario e in particolare a sterilizzare e mettere sotto l'influenza della politica i pubblici ministeri, coronando il sogno di Silvio Berlusconi".

Cosa prevede la riforma della Giustizia sulla separazione delle carriere

I relatori della riforma in Commissione sono il presidente della I Commissione Nazario Pagano (FI), la deputata Simona Bordonali (Lega) e il deputato Francesco Michelotti (FdI).

Il disegno di legge costituzionale n.1917, presentato dal governo alla Camera dei deputati, ha l'obiettivo di separare le carriere dei magistrati requirenti e giudicanti, attraverso la modifica del Titolo IV della Costituzione.

Il testo prevede due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. La presidenza di entrambi gli organi è attribuita al Presidente della Repubblica, mentre sono membri di diritto del Consiglio superiore della magistratura giudicante e del Consiglio superiore della magistratura requirente, rispettivamente, il primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore generale della Corte di Cassazione.

Gli altri componenti di ciascuno dei Consigli superiori sono estratti a sorte, per un terzo da un elenco di professori e avvocati compilato dal Parlamento in seduta comune e, per i restanti due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti. Si prevede, inoltre, che i vicepresidenti di ciascuno degli organi sono eletti fra i componenti sorteggiati dall'elenco compilato dal Parlamento.

Un'altra novità è rappresentata dall'istituzione dell'Alta Corte disciplinare che sarà composta da 15 giudici: 3 nominati dal Presidente della Repubblica; 3 estratti a sorte da un elenco compilato dal Parlamento in seduta comune; 6 estratti a sorte tra i magistrati giudicanti in possesso di specifici requisiti; 3 estratti a sorte tra i magistrati requirenti in possesso di specifici requisiti.

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