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Senato dà il via libera alla risoluzione di maggioranza sul Recovery, ma i tempi per l’Ue stringono

Sia al Senato che alla Camera è stata approvata la risoluzione della maggioranza sulla proposta del Piano nazionale di ripresa e resilienza. In altre parole, sono stati accolti i suggerimenti del Parlamento su quello che dovrà essere il Recovery Plan del nostro Paese, per rilanciare l’economia dopo l’emergenza coronavirus. Ma i tempi per l’Unione europea sono sempre più stretti.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Senato, dopo la Camera, ha approvato la risoluzione della maggioranza sulla proposta del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che l'Italia dovrà presentare a breve a Bruxelles per poter sbloccare così le risorse europee con cui finanziare il rilancio dell'economia dopo l'emergenza coronavirus. In altre parole, sono stati accolti i suggerimenti del Parlamento (ma Fratelli d'Italia si è astenuto) sull'aspetto che dovrà avere il Recovery Plan del nostro Paese. Come si legge nel documento, i tre pilastri del piano dovranno essere la digitalizzazione e innovazione, la transizione ecologica e l'inclusione sociale. Vengono poi citati tre obiettivi trasversali, tra cui la parità di genere, i giovani e il Mezzogiorno. E si parla di una serie di riforme necessarie per il Paese, come quella del sistema fiscale, della giustizia, del mercato del lavoro e della pubblica amministrazione.

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Come sarà il Recovery Plan da presentare a Bruxelles

"Il piano è una sfida organizzativa complessa soprattutto nella fase di attuazione. Esige una visione strategica e una capacità progettuale: completeremo il lavoro nelle prossime settimane per renderlo uno strumento per lo sviluppo e il ridisegno del Paese", ha detto il ministro dell'Economia, Daniele Franco, intervenendo in Aula a Montecitorio. E ancora: "Il lavoro di sintesi del Parlamento che confluisce nelle relazioni e nelle risoluzioni contribuirà decisamente alla fase finale di definizione del piano di qui alla fine del mese".

L'assetto finale del Recovery Plan di Mario Draghi, quindi, dovrebbe ricalcare le linee definite dal Parlamento. "I progetti che non saranno inclusi nel piano non saranno necessariamente accantonati: non solo esistono gli altri strumenti nazionali ed europei ma stiamo anche valutando se istituire una linea di finanziamento ad hoc, complementare al Pnrr che includa i progetti che pur meritevoli per spirito e finalità ne siano esclusi perché non soddisfano alcuni criteri più stringenti", ha aggiunto il ministro Franco.

Le scadenze della Commissione europea

"Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile", aveva detto Draghi nel suo primo discorso in Parlamento. Gli Stati membri, infatti, hanno tempo fino al 30 aprile 2021 per presentare i propri piani nazionali alla Commissione europea. Manca quindi meno di un mese. La prossima tappa per il governo sarà un incontro con le Regioni per definire le priorità delle autorità locali. Ma i tempi rischiano di essere strettissimi.

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