Sei di destra o di sinistra? Dimmi dove guardi e ti dico chi voti
Che lo sguardo sapesse parlare apparteneva al dominio degli antichi e alla sensibilità dei poeti; che riesca anche a parlare di politica lo pensano solo i nostri contemporanei. Affidare la cultura unicamente alla scienza moderna e ai suoi rudi calcoli è un esercizio che i popoli anglosassoni sviluppano con una disinvoltura preoccupante. Secondo gli psicologi dell'Università del Nebraska, infatti, un'osservazione dello sguardo potrebbe rivelare se si è di destra o di sinistra. Lo studio è contenuto nella rivista "Attention, Perception and Psychophysics", riportando le conclusioni di un esperimento che dapprima sottoponeva 72 volontari a questionari che ne individuassero il credo politico e che poi li poneva davanti ad uno schermo bianco, con una piccola croce nera al centro.
Scomparso il puntatore, sul monitor appariva il viso di una persona che guardava alternativamente a destra o a sinistra. A questo punto compariva anche un cerchio ai lati del volto, avvistato il quale il volontario doveva premere un tasto. L'elemento fondamentale era l'assenza di legame logico tra la direzione verso cui si dirigeva lo sguardo e la zona in cui compariva il cerchio, ragion per cui non vi era nessun motivo per osservare la direzione degli occhi.
Ebbene, lo studio avrebbe dimostrato che i conservatori non ricambiavano lo sguardo telematico, puntando solo ad individuare la croce; mentre i liberal si concentravano sulla direzione degli occhi. L'esito dunque sarebbe questo: i liberal erano portati a ricambiare lo sguardo perché "di solito tengono in maggior considerazione le istanze altrui – afferma Michael Dodd, responsabile della ricerca – e per questo, seguono di più lo sguardo dell'interlocutore". I conservatori, invece, valorizzando il concetto di "autonomia personale" sono "meno influenzabili dagli altri, e quindi anche meno tendenti a rispondere a questo tipo di stimolo visivo".
Inutile dire che le soluzioni a cui si può arrivare potrebbero essere anche molto meno banali di quella a cui è addivenuta la ricerca. Si potrebbe dire, ad esempio, che ricambiare lo sguardo di un monitor non è esattamente sintomo di "socialità", mentre cercare di rispondere con precisione all'obiettivo di un esperimento (nello specifico individuare l'apparizione del cerchio) non è certo segno di cinismo. Per non parlare poi del fatto che 72 volontari non costituiscono certo un campione credibile della popolazione degli States.
Altro interrogativo da chiarire è il nesso causale tra il proprio sistema di valori e la naturale attenzione dello sguardo. In particolare, la scelta politica determina lo sguardo o quest'ultimo dimostra che siamo naturalmente di destra o di sinistra? Insomma, genetica e libero arbitrio: un già noto pericolo della scienza moderna.