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Segreteria Pd, Bonaldi a Fanpage: “Con Schlein ma senza tifoserie, correnti sono il cancro del partito”

In un’intervista a Fanpage.it Stefania Bonaldi, coordinatrice della rete delle amministratrici e degli amministratori che sosterranno la mozione di Elly Schlein, spiega perché ha deciso di appoggiare la corsa dell’ex europarlamentare alla segreteria del Pd: “Tra tutti i candidati è quella più lontana dalla consuetudine”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Pochi giorni fa Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd, ha arruolato Stefania Bonaldi, ex sindaca di Crema, nominata coordinatrice della rete delle amministratrici e degli amministratori che appoggeranno la sua mozione. Nel team di Schlein c'è anche il senatore Antonio Misiani, che coordina il programma, e Francesco Boccia, coordinatore della mozione.

Nel frattempo i candidati in corsa per segreteria del Pd sono diventati quattro: oltre Schlein e Stefano Bonaccini, favoriti nei sondaggi, e all'ex ministra Paola De Micheli, venerdì 23 ha ufficializzato la sua candidatura anche Gianni Cuperlo.

Oggi Fanpage.it ha pubblicato la lettera-appello di sostegno degli amministratori per Elly Schlein, nella quale si sottolinea l'urgenza di "un'opera di manutenzione straordinaria e di ricostruzione", per il Pd, e non di un semplice "restyling superficiale". Nella lettera si specifica che non si vuole in alcun modo dare vita a una "corrente dei sindaci", ma allo stesso tempo si invoca "un partito che coinvolga molto di più gli amministratori e le amministratrici locali". Abbiamo chiesto a Stefania Bonaldi cosa si aspettano gli amministratori locali dal nuovo Partito Democratico e perché ha deciso di schierarsi dalla parte di Schlein. Nell'appello si sottolinea che "aiutare Elly significa agire efficacemente, significa diventare ‘fastidiosi' persino per lei, costantemente, perché la politica delle tifoserie crea solo idoli di cartone, che sarà sempre uno scherzo abbattere, e non ce lo possiamo permettere, né noi, né il Paese".

Come mai ha accettato il ruolo di coordinatrice della rete delle amministratrici e degli amministratori che sosterranno la mozione di Elly Schlein?

La mozione è in fase di definizione, la leggeremo presto. Per quanto mi riguarda ho deciso di appoggiare Elly Schlein perché ritengo che tra tutti i candidati sia quella più lontana dalla consuetudine. In questa fase rifondativa del Pd, lo diciamo anche nell'appello, non serve un intervento di manutenzione ordinaria, serve una manutenzione straordinaria del partito. La caratterizzazione di Elly mi pare una garanzia per poter procedere in questa direzione. Ha argomenti, ha entusiasmo, ha percezione del presente, rappresenta le nuove generazioni ma nello stesso tempo suscita fiducia anche in quelle che le precedono. Credo che le caratteristiche personali e politiche, e la sua storia, interpretino bene il momento che stiamo vivendo.

All'interno del Pd c'è però chi fa notare che Bonaccini sarà un candidato difficile da battere, per via del suo ruolo di primo piano di governatore di Regione e di presidente della Conferenza delle Regioni. Insomma essere l'outsider potrebbe anche essere un punto debole…

Elly non è un'outsider, ma sono convinta si affermerà in questa partita congressuale. Poi non dimentichiamo che Elly Schlein (che ora ha ripreso la tessera del Pd ndr) era già stata iscritta al Partito Democratico e la sua storia ha marciato in parallelo con tante battaglie fatte in questi anni anche dal Pd, certamente con un spirito più libero, visto che era uscita dal partito. Ma non creerei un antagonismo: siamo nelle condizioni di poter affermare che chiunque sia il vincitore, la corsa del Pd riprenderà, perché quello che il partito rappresenta è ben impiantato nell'immaginario delle persone, anche di quelle che oggi sono arrabbiate. In questo panorama ci sono certamente candidati con caratterizzazioni diverse: Bonaccini ha una storia più organica al Pd, certo rispettabile; Elly Schlein è stata europarlamentare e amministratrice dell'area progressista, un percorso democratico iniziato comunque con il partito. Ma, ripeto, il fatto che Schlein una candidata più lontana dalla consuetudine oggi è un valore aggiunto per gli obiettivi che il Pd deve traguardare.

La sua scelta di sostenere Schlein ha qualcosa a che fare con il suo essere donna? Secondo lei è un fatto dirimente in questa fase?

Sicuramente nel mio sostegno personale c'è anche questa componente, perché Elly la sa interpretare in modo molto realistico ed efficace. Non genericamente in quanto donna, ma perché da donna porta avanti tematiche che fanno molto bene anche ad una logica di genere, oggi abbiamo assoluta necessità non di ‘essere rappresentate' ma di ‘rappresentare', di essere nei ruoli apicali.

Il fatto che ci sia un candidato in più, Gianni Cuperlo, modifica gli scenari?

Può essere che cambi qualcosa, giustamente i media hanno evidenziato il fatto che Cuperlo si collochi nell'area più a sinistra, e quindi che possa essere un candidato affine culturalmente e politicamente al profilo di Elly Schlein. Ma vedremo poi nei circoli, credo che per l'importanza della fase che stiamo attraversando non si debba demonizzare il fatto di avere una candidatura in più. A mio avviso il PD poggia su tre pilastri: solidarismo, diritti, giustizia sociale. Questa è la cornice, al suo interno poi ci sono sfumature. I candidati che oggi si contendono la segreteria, all'interno di questa cornice, si posizionano in base alle sensibilità politiche personali. Si era detto che non sarebbe stato un congresso meramente rituale, una formalità, quindi secondo me in questo quadro anche la candidatura di Cuperlo è positiva. Non dimentichiamoci che ci saranno delle ‘semifinali' nei circoli, poi ci sarà una finale con i due migliori contendenti.

Alcuni esponenti del Pd, come Orfini e Ricci, hanno chiesto di anticipare le primarie, per cercare di arginare il calo di consenso rilevato dai sondaggi. Che ne pensa?

Matteo Ricci è un sindaco con cui mi sono confrontata spesso, anche perché ho condiviso, e condivido tuttora, il percorso di ALI (Autonomie Locali italiane). Matteo è il presidente nazionale, io la presidente di Ali Lombardia. Ho letto di questa sua esortazione, con la preoccupazione che oggi il Pd è in discesa nei sondaggi. Tuttavia ci siamo dati un percorso,  non credo che anticipare di due o tre settimane il congresso possa cambiare la sostanza. All'inizio fissare questa tempistica è stato improvvido, considerando che ci sono le elezioni in due Regioni importanti, come Lazio e Lombardia. È chiaro che immaginare un congresso successivo alle elezioni regionali impedisce anche a quelle consultazioni di beneficiare dell' effetto traino che sicuramente ci sarebbe, a prescindere da chi sarà il nuovo segretario, perché è abbastanza fisiologico che con un nuovo segretario vi sarà una ripresa. Però questo ragionamento si sarebbe dovuto fare subito, ormai siamo immersi in un percorso, dobbiamo tenere fede ai tempi che ci siamo dati. C'è una macchina che si è messa in moto, non solo quella dei comitati, ma anche quella dei circoli. Noi condividiamo semmai l'idea, come ha detto anche Elly, che più che dei tempi dobbiamo preoccuparci dei temi, più che come anticipare, deve interessarci come far partecipare le persone.

Siete contrari anche alla proposta di De Micheli, che ha sollecitato una modifica dello statuto del 2020, per andare a primarie aperte con voto ponderato (voto varrebbe due per gli iscritti e uno per gli elettori)?

Ci siamo dati delle regole, non ha più senso cambiare le regole in corsa. Molto serenamente, dobbiamo metterci nell'ottica che ormai la tempistica è questa, e che dobbiamo riempire di contenuti e sostanza questo momento.

Cosa dice l'appello agli amministratori locali che state per lanciare?

Noi partiamo dall'idea che gli amministratori locali siano un patrimonio in questo partito, e fino ad ora il loro apporto è stato un po' sottovalutato. C'è un elemento che è proprio insito nella politica dell'amministratore locale: è una politica ‘a chilometro zero'. Un sindaco deve necessariamente rispondere alle istanze dei cittadini e risolvere i loro problemi. Quindi un amministratore locale deve per forza avere un'adesione alla realtà. Questa vicinanza ai cittadini secondo noi è un valore che la politica ‘alta' talvolta perde. Noi ci mettiamo a disposizione perché vogliamo colmare questa distanza, vogliamo riportare la politica nazionale a questo tipo di attenzione e prossimità. Si tratta di tornare in connessione, anche sentimentale, con il Paese. Siamo convinti che gli amministratori locali siano in grado di far recuperare al partito questa vocazione tridimensionale, la dimensione della fisicità, della presenza in mezzo alla gente.

In un passaggio scrivete che intendete ‘essere fastidiosi' per Schlein…

Non vogliamo interpretare la politica delle tifoserie, noi non saremo i ‘tifosi di Elly', ma vogliamo essere i tifosi del Partito Democratico e di una visione di partito della prossimità. Precisiamo poi che staremo al fianco di Elly Schlein con spirito critico e costruttivo, ma non vogliamo in nessun modo che ci sia la corrente dei sindaci. Il tema delle correnti è stato più volte citato in questa campagna, tutti i candidati hanno detto di voler assolutamente superare il ‘correntismo', che è stato il cancro del nostro partito. Riteniamo anche noi che la dimensione correntizia sia da mandare in soffitta. Noi rimarremo al fianco di Elly, ricordandoci che la politica deve cambiare le esistenze degli altri e non sistemare le nostre.

Dario Franceschini in un'intervista ha detto che la sua generazione, a cui anche Bonaccini appartiene, deve fare un passo indietro, per lasciare spazio a una sinistra moderna, che può essere interpretata da Elly Schlein. È d'accordo?

Credo assolutamente che sia determinante un ricambio significativo della classe dirigente del partito, non è banalmente un fatto ‘generazionale' e basta. Le stesse correnti sono figlie anche della ‘dipendenza dalla politica', la dipendenza che diventa una vera e propria malattia. Occorre entrare nell'ottica che una persona presta un servizio alla comunità, porta in dote talenti e competenze, e quando ha finito torna alle cose di prima. Il dramma nasce quando prima non c'era nulla, quando il politico prima non aveva un'occupazione. Ma diventa un fatto quasi di salute mentale: bisogna porre le condizioni per evitare il partito dei funzionari, creare rotazione, arieggiare le stanze insomma. Perché è inevitabile che se si ricopre una carica per vent'anni poi non si ha più nulla da dire. È proprio fisiologico, io stessa dopo 10 anni di sindacatura mi sentivo incapace di uno sguardo nuovo sulla mia città. Quindi noi dobbiamo avere il coraggio di creare le condizioni nel partito per questo ricambio. Dove si crea un ‘effetto tappo' si diventa incapaci di seguire la realtà, che è dinamica, in un mondo in costante evoluzione. Se non si agisce il tal senso si rischia di rimanere indietro. Non vuol dire ‘rottamare', vuol dire che chi ha già dato al partito può benissimo mettersi a disposizione, non più nei ruoli apicali, per fornire sostegno, aiuto e competenza a chi arriva.

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