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Segre, Di Maio: “La scorta alla senatrice è una sconfitta per lo Stato”

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si schiera dalla parte della senatrice a vita Liliana Segre: “Sapere che la senatrice Liliana Segre deve stare sotto scorta nel 2019 è una sconfitta per tutto lo Stato”. Per il leader del Movimento Cinque Stelle l’unica soluzione è “investire in istruzione”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Sapere che la senatrice Liliana Segre deve stare sotto scorta nel 2019 è una sconfitta per tutto lo Stato", lo ha detto il leader politico del M5s e ministro degli Esteri Luigi di Maio. In un'intervista al GR1 Rai, Di Maio ha aggiunto che c'è "un clima preoccupante" nel Paese e che "se la si mette sul politico anche per una visita ad Auschwitz testimonia che ormai ci sono persone che non hanno argomentazioni politiche e che hanno bisogno di trovare un'identità", riferendosi al no al finanziamento di un viaggio ad Auschwitz da parte del sindaco di Predappio. L'unica soluzione, per il ministro pentastellato, "è investire in istruzione".

Dopo la solidarietà espressa ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ieri ha detto durante un intervento pubblico a Roma che "se è necessario a una signora anziana che non ha mai fatto male alcuno ma che il male lo ha subito da bambina in modo crudele come Liliana Segre di avere una scorta vuol dire che questi interrogativi dei bambini, che chiedono solidarietà invece di odio, non sono astratti o retorici ma molto concreti", anche il titolare della Farnesina si schiera a favore della senatrice di 89 anni, a cui dal 7 novembre è stata assegnata la tutela dalla prefettura di Milano, a causa dei centinaia di insulti che quotidianamente riceve, soprattutto sui social. La senatrice è stata ritenuta in pericolo, perché in questi mesi ha partecipato a diversi incontri pubblici, in cui si è esposta in prima persona, portando la sua testimonianza diretta dell'Olocausto. Dopo che il centrodestra si è astenuto in Senato sul voto per istituire una commissione parlamentare contro l'odio, l'antisemitismo, il razzismo e la violenza, Salvini ha voluto incontrarla, privatamente, anche per spiegarle le ragioni del ‘no' della Lega.

Di Maio ha poi parlato anche del dossier dell'ex Ilva di Taranto, all'indomani della visita allo stabilimento pugliese del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiedendo "unità" a tutte le forze politiche perché Arcelor Mittal rispetti "i patti". "Dobbiamo essere uniti, stiamo chiedendo anche alle opposizioni di evitare di speculare su questa vicenda, e invece ci troviamo la Lega che difende la multinazionale", ha detto Di Maio. Il ministro degli Esteri ha quindi ribadito che "Arcelor Mittal deve rispettare i patti", precisando che "ci ha detto che licenzia 5.000 dipendenti anche con lo scudo penale" e "non esiste che un'impresa che sbaglia i conti faccia pagare le cambiali di un contratto già firmato allo Stato". Il tema dello scudo penale è per Di Maio "un distrattore di masse". 

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