Secondo Ciciliano (Cts) si può eliminare il coprifuoco e riaprire i ristoranti anche al chiuso
Fabio Ciciliano, medico della Polizia di Stato e della Protezione Civile e membro del Comitato tecnico scientifico, guarda avanti. Riaperture ed eliminazione del coprifuoco, tutto se i dati continueranno ad essere positivi. Insomma, lo scienziato non ha dubbi: ci siamo, la ripartenza definitiva è vicina, ma non bisogna abbassare la guardia preparandosi al prossimo autunno. "Bisogna valutare impatto sui numeri delle riaperture del 26 aprile", spiega Ciciliano al Messaggero. "Siamo nei giorni decisivi e stiamo verificando una sensibile diminuzione dei nuovi casi e dei ricoveri, nell’ultima settimana la media giornaliera è sotto i 10mila, per trovarla in passato bisogna andare indietro a metà ottobre".
Secondo l'esperto del Cts, a questo punto bisogna fare un "ragionamento politico" sul coprifuoco. Se gli obiettivi sono le riaperture e la ripresa del turismo, "non c’è dubbio che il coprifuoco vada alleggerito o rimosso". E aggiunge: "Se i numeri anche del nuovo report saranno positivi, penso che si possa ripensare alla durata del coprifuoco, fino all’eliminazione". Lo stesso, precisa Ciciliano, vale anche per "la ripresa dell’attività dei ristoranti al chiuso, tenendo sempre conto che tutto ciò che avviene al chiuso è molto più critico dal punto di vista epidemiologico".
Ciciliano spiega al quotidiano che il Cts ha potuto constatare una diminuzione "clamorosa" dei casi gravi e dei ricoveri "tra gli anziani e gli operatori sanitari" grazie ai vaccini. Ora il passo più importante, però è "consolidare la diminuzione dei casi". Bisogna "scendere al di sotto dei 50 casi ogni 100mila abitanti, perché così si potrà tornare a fare un completo tracciamento dei casi". Il medico dice di auspicare un giorno "con molte aperture", anche se alcune attività dovranno aspettare ancora: "Discoteche, stadi e palasport pieni". Il rischio invece, secondo Ciciliano, è che in estate frenino le vaccinazioni, quando si arriverà alle fasce più giovani di popolazione, ma potremmo "non raggiungere l’immunità di gregge se non convinceremo anche i giovani a vaccinarsi".