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Sea Watch, Salvini vuole sequestrare la nave perché avrebbe “reiteratamente violato i divieti”

Mentre la Sea Watch è ancora ferma davanti al porto di Lampedusa, il Viminale chiede a Bruxelles la redistribuzione dei migranti senza identificarli in Italia e nel frattempo studia un’alternativa per sequestrare la nave. Nel decreto sicurezza bis è punita la “reiterazione” della violazione dei divieti, per questo il ministro dell’Interno vorrebbe considerare l’ingresso in acque italiane e l’avvicinamento al porto di Lampedusa come due episodi distinti per procedere al fermo amministrativo.
A cura di Tommaso Coluzzi
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In queste ore si sta decidendo il destino della Sea Watch 3, del suo equipaggio e soprattutto dei migranti che sono ancora a bordo. C'è una linea che filtra dal ministero dell'Interno, con Matteo Salvini che avrebbe deciso di concedere lo sbarco solo se i migranti fossero immediatamente ricollocati in Europa, senza essere prima identificati in Italia. Mentre Bruxelles sta decidendo come rispondere al nostro governo, il ministro dell'Interno studia un'alternativa per arrivare al sequestro della nave, provvedimento che Salvini avrebbe voluto vedere subito attuato ribadendolo più volte tra una diretta Facebook e una conferenza stampa. Poi però, dato che la magistratura non è intervenuta, il leader della Lega ha iniziato a studiare un'alternativa. L'articolo 2 del decreto sicurezza bis, entrato in vigore il 15 giugno, prevede che:

In caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane, notificato al comandante e, ove possibile, all'armatore e al proprietario della nave, si applica a ciascuno di essi, salve le sanzioni penali quando il fatto costituisce reato, la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 50.000. In caso di reiterazione commessa con l'utilizzo della medesima nave, si applica altresì la sanzione accessoria della confisca della nave, procedendo immediatamente a sequestro cautelare. All'irrogazione delle sanzioni, accertate dagli organi addetti al controllo, provvede il prefetto territorialmente competente.

Secondo quanto riporta il Corriere, il Viminale considererebbe l'azione della capitana Carola Rackete una reiterazione della violazione dei divieti. Secondo questa interpretazione della legge la Sea Watch 3 avrebbe violato prima il divieto a entrare nelle acque italiane e poi avrebbe "forzato ulteriormente il blocco" ieri, riaccendendo i motori e avvicinandosi al porto di Lampedusa per far sbarcare i migranti con dei gommoni. Così oltre a dover pagare la sanzione amministrativa da 10.000 a 50.000 euro, la nave sarebbe sequestrata.

Alcuni giuristi ritengono che non è possibile considerare queste due fasi della vicenda come due episodi distinti, come vorrebbe fare il ministro dell'Interno per procedere al fermo amministrativo della nave. Questo comporterebbe però un immediato sbarco dei migranti che sarebbero portati nelle strutture di identificazione italiane.

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