Il gip revoca l’arresto della comandante della Sea Watch: Carola Rackete è libera
Il gip ha deciso questa sera di non convalidare l'arresto di Carola Rackete, escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da quella che viene definita una "scriminante" dipendente "dall'adempimento di un dovere", ovvero salvare vite umane in mare. Viene quindi revocata la misura degli arresti domiciliari nei confronti della comandante della Sea Watch. Secondo il gip, inoltre, la decisione di sbarcare a Lampedusa non è stata strumentale ma necessaria alla situazione. Sea Watch, a prescindere dalla decisione del gip del tribunale Agrigento Alessandra Vella sulla convalida dell'arresto della comandante Carola Rackete, ha fatto sapere che porterà comunque avanti la sua missione: "Proseguiremo le operazioni di salvataggio in mare", hanno assicurato i responsabili dell'ong tedesca durante un conferenza stampa. "Continueremo a fare in modo che siano rispettati i diritti umani nel Mediterraneo, se necessario con una nuova nave se la nostra resta ancora sotto sequestro".
"Serve una soluzione politica in modo che situazioni del genere non tornino a ripetersi", ha detto poi il portavoce Ruben Neugebauren. Ed ha aggiunto: "Siamo molto delusi dal governo tedesco e dall'Europa". Sea Watch ha poi attaccato Matteo Salvini: "Se parliamo di chi sfugge alle accuse allora non è Carola Rakete ma Matteo Salvini che in casi simili si è sottratto alle inchieste giudiziarie utilizzando l'immunità parlamentare. La domanda è chi viola la legge e si dice che Carola ha violato le leggi", ha proseguito l'esponente dell'Ong tedesca, "ma in realtà si tratta di una legge che secondo le Nazioni Unite viola i diritti umani", ha dichiarato. "Noi diamo per assunto che la giustizia italiana sia indipendente e sia contro Matteo Salvini sulla base della Costituzione", ha sottolineato Neugebauer.
Già dalla vicenda della nave Aquarius un anno fa la situazione si sarebbe dovuta risolvere ma "si sono accampate scuse, si è dato la responsabilità agli altri dicendo che bloccavano la situazione e dicendo che serve una soluzione europea", ha detti il rappresentante della ong. "Sì, una soluzione europea sarebbe bella ma il governo tedesco dovrebbe impegnarsi in modo pro-attivo senza aspettare gli altri", ha proseguito. In questo senso, ha aggiunto, si dovrebbe permettere alle città tedesche che hanno chiesto di accogliere i migranti, di renderlo possibile. Oltre 60 città e comuni in Germania hanno infatti dato la disponibilità ad accogliere le persone salvate in mare. L'organizzazione ha poi reso noto di avere raccolto "oltre un milione di euro" per coprire le spese legali della comandante Carola Rackete, che si trovava ai domiciliari per il reato di ‘resistenza o violenza a nave da guerra' e ‘resistenza a pubblico ufficiale'. La capitana, il prossimo 9 luglio, è stata infatti convocata per un nuovo interrogatorio per il reato di ‘favoreggiamento dell'immigrazione clandestina': si tratta del primo fascicolo aperto nel quale viene contestata anche la ‘disobbedienza a nave da guerra', come conseguenza però al divieto di ingresso in acque italiane. L'interrogatorio era in programma sabato mattina ma è stato rinviato per l'arresto della trentunenne tedesca, arresto che ha fatto scattare il secondo procedimento.
La Sea Watch 3 ha intanto lasciato il porto di Lampedusa per raggiungere Licata. A scortare la nave della ong tedesca, che è sotto sequestro, le motovedette della Guardia di Finanza. Al porto di Licata, l'imbarcazione, battente bandiera olandese, resterà ancorata per consentire nuovi accertamenti e perquisizioni da parte dei Pm. La nave è stata sequestrata nell'ambito del primo procedimento, quello appunto per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.