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Sea Watch, l’Unione europea: “La nave non deve riportare i migranti in Libia”

Dopo due giorni di viaggio nel Mediterraneo la nave Sea Watch non ha ancora trovato un porto sicuro in cui attraccare. Dopo aver rifiutato Tripoli si è diretta verso Lampedusa e si è fermata al limite delle acque territoriali italiane. L’Ong tedesca “gioca sulla pelle dei migranti – ha commentato Matteo Salvini – vogliono venire in Italia per creare lo scontro politico”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La Sea Watch è ancora in alto mare. La nave dell'Ong tedesca va avanti e indietro nel Mediterraneo, in attesa di un porto sicuro che non sia Tripoli, che le è stato offerto e che l'organizzazione ha prontamente rifiutato. Per questo, da quando due giorni fa ha recuperato 53 persone a largo della Libia, la nave viaggia nel mare tra Europa e Africa. Ieri il Viminale ha inviato una diffida ufficiale all'Ong tedesca, come prevede il nuovo decreto sicurezza bis, a entrare in acque italiane. La Sea Watch ha deciso non non rispettarla e di dirigersi comunque verso Lampedusa, perché, hanno spiegato: "Tripoli non è un porto sicuro e riportare le persone soccorse in un Paese in guerra è un crimine". Poi lo scontro è proseguito con l'annuncio della querela della Ong tedesca a Matteo Salvini per diffamazione, con il ministro dell'Interno che, su Facebook, ha commentato: "Uuuhh, che paura".

Questa mattina la Sea Watch, dopo essersi avvicinata a poche miglia da Lampedusa, sembrava essere diretta verso Malta, ma poi ha cambiato rotta, fermandosi al limite delle acque territoriali italiane, continuando il suo viaggio a zig zag. Matteo Salvini continua a seguire i movimenti della nave, scrivendo su Twitter: "Niente Malta. La nave Ong Sea Watch ha cambiato nuovamente rotta: ciondola nel Mediterraneo e gioca sulla pelle degli immigrati, nonostante abbia chiesto e ottenuto un porto da Tripoli". Poi, a pochi minuti di distanza, il ministro dell'Interno insiste: "Stiamo assistendo all'ennesima sceneggiata: dicono di essere i buoni, ma stanno sequestrando donne e bambini in mezzo al mare".

Sempre questa mattina il leader della Lega è intervenuto anche a Radio Cusano Campus per parlare di migranti, spiegando che "è stata la stessa Ong a chiedere un porto sicuro anche alla Libia, che per la prima volta ha risposto positivamente, e loro se ne sono fregati". Poi "erano vicini a Tunisia e Malta ma non sono andati lì, vogliono venire in Italia per creare lo scontro politico". Secondo Matteo Salvini "l'Ue sta ancora pisolando", mentre va avanti questa "sfida politica" della nave dell'Ong "con 53 persone a bordo".

In tarda mattinata il ministro dell'Interno ha annunciato su Twitter che un nuovo gommone sarebbe stato fermato in acque libiche, per essere ricondotto nel Paese nordafricano. "Una nave della Guardia Costiera Libica sta uscendo per recuperare gli immigrati e portarli a terra – ha scritto Matteo Salvini – Bene così".

L'Unione europea: "Migranti vanno portati in un porto sicuro, Libia non lo è"

"Tutte le imbarcazioni che navigano con bandiera dell'Unione europea sono obbligate a rispettare il diritto internazionale quando si tratta di ricerca e soccorso – ha spiegato il portavoce della Commissione Ue, Natasha Bertaud – cosa che comprende la necessità di portare le persone salvate in un porto sicuro". Inoltre "la Commissione ha sempre detto che queste condizioni attualmente non ci sono in Libia". La dichiarazione della portavoce è arrivata in risposta alla richiesta, fatta da Matteo Salvini, che la Sea Watch tornasse a Tripoli, dove le era stato offerto un porto sicuro.

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