Sea Watch, Matteo Salvini ha davvero chiesto l’arresto dei parlamentari a bordo?
Li ha scherniti, accusati di favorire l’illegalità, attaccati in ogni modo. Matteo Salvini non ha risparmiato critiche nei confronti dei cinque parlamentari che sono saliti a bordo della Sea Watch. E ora viene accusato di aver suggerito di farli arrestare. Una critica mossa da molti esponenti, soprattutto del Pd, e che prende spunto da un tweet – sicuramente mal riuscito – di Salvini. Ma siamo sicuri che abbia effettivamente chiesto l’arresto dei cinque deputati a bordo? Andiamo con ordine. Questa mattina alcuni esponenti del Pd (e non solo) hanno lanciato questa accusa nei confronti di Salvini. Un esempio è il tweet del deputato Emanuele Fiano, nel quale afferma: “Il ministro Salvini chiede l’arresto per i parlamentari del Pd che sono a bordo della Sea Watch. Nel silenzio dei media, di Roberto Fico e della presidente Casellati, si vuole impedire la nostra attività di controllo. Dove sono quelli che parlavano della deriva autoritaria?”. Gli fa eco Stefano Ceccanti: “In Italia esiste la separazione dei poteri. Il ministro dell'Interno non può assolutamente chiedere l'arresto di parlamentari. La fascinazione per le democrazie illiberali fa strani effetti”.
A loro si aggiunge anche Riccardo Magi, uno dei cinque parlamentari a bordo della Sea Watch da quasi 24 ore (insieme a lui ci sono Graziano Delrio, Davide Faraone, Matteo Orfini e Nicola Fratoianni): “Siamo ormai alla follia – scrive rilanciando il tweet incriminato di Salvini –. Mi denunci pure se vuole. Io al processo vado, non scappo come lui”. Chiaramente l’ipotesi di arrestare i parlamentari non è praticabile: l’arresto di un deputato può avvenire solo con l’autorizzazione della Camera di appartenenza: “Nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o privato della libertà personale, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna”.
Cosa ha detto davvero Salvini
Da quando i parlamentari hanno annunciato di voler salire a bordo della Sea Watch, Salvini li ha più volti criticati e derisi, sostenendo anche che vanno a farsi il weekend di vacanza a Lampedusa. Ma l’accusa mossa dagli esponenti dell’opposizione riguarda un tweet. In questo post di ieri sera il ministro dell’Interno ha riportato un riassunto delle parole pronunciate da lui stesso durante la trasmissione Dritto e rovescio. Una sintesi, una semplificazione, che in effetti lascia spazio a molte ambiguità: “Salvini: solo in Italia ci sono politici che vanno a bordo di una nave che se ne è fregata delle leggi. Vanno arrestati. Ho scritto al mio collega olandese, non mi ha risposto. Non voglio fare la figura del fesso. Siamo un grande Paese che non prende lezioni”.
Ciò che in realtà Salvini ha detto in trasmissione è diverso, almeno per quanto riguarda il ruolo dei deputati a bordo della nave. Quando l’argomento di discussione è il ruolo dell’Olanda nel caso della Sea Watch, al ministro dell’Interno viene chiesto perché si parli così tanto di questa vicenda solo in Italia: “Forse perché solo in Italia abbiamo politici che vanno a bordo di una nave che se ne frega delle leggi”, replica Salvini. Che poi torna a fare un parallelismo tra ciò che ha fatto la Sea Watch e cosa farebbe un automobilista fermato dai carabinieri, obbligato ad arrestarsi all’alt. Solo dopo questa spiegazione Salvini parla di arresti, ma non riferendosi ai parlamentari, bensì – molto chiaramente – all’equipaggio della Sea Watch: “Questi signori per tre volte se ne sono fregati e hanno tirato dritto: vanno arrestati, perché uno che non si ferma all’alt delle forze dell’ordine va arrestato”. La polemica, quindi, nasce solo da un tweet con una errata semplificazione. Ma Salvini, in realtà, non ha mai chiesto l’arresto dei parlamentari a bordo della Sea Watch.