Sea Watch, Luigi Di Maio si giustifica: “Ue ha fallito e noi agiamo di conseguenza”
È ancora il caso della Sea Watch a tenere banco nel dibattito politico. E nella discussione viene coinvolto anche il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, durante la puntata di Porta a Porta che andrà in onda questa sera su Rai 1. La posizione del capo politico M5s sembra essere in linea con quella del ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Vedo molta ipocrisia. Nessuno parla dei 300 sbarcati a Lampedusa attraverso i barchini. Dobbiamo prendere atto del fatto che l'Europa ha fallito e noi reagiamo di conseguenza”. Il punto, secondo Di Maio, è che la nave della Ong tedesca “è stata 14 giorni fuori dalle acque territoriali italiane e non ha provato ad andare a Malta o in Spagna perché se lì il governo ti nega l'accesso non fa notizia". Per il vicepresidente del Consiglio c’è in questa situazione “molta ipocrisia: tutti parlano di quelle 30 persone a bordo della Sea Watch 3 ma nessuno parla dei 300 che stanno sbarcando a Lampedusa con i barchini. Se è una Ong se ne parla se arrivano con i barchini non se ne parla più”.
Non c’è solo il caso Sea Watch, comunque, al centro dell’intervista di Di Maio. Altro tema inevitabile è la tenuta del governo, su cui il ministro del Lavoro non ha dubbi: “Si vota tra quattro anni”. L’ottimismo di Di Maio si riflette anche sulla questione della procedura d’infrazione che l'Ue potrebbe aprire nei prossimi giorni: “Grazie a guardia di finanza e magistrati è stata fatta una lotta all'evasione. Lo stato incassa 1,4 miliardi di euro, è anche grazie a questi soldi che potremo evitare la procedura di infrazione. La lotta all'evasione sarà centrale per evitare la procedura”.
Per quanto riguarda l’autonomia i conflitti nella maggioranza rimangono: “L'autonomia è nel contratto e quindi Veneto e Lombardia dovranno averla. Il tema è cosa c’è scritto dentro. Se va a danneggiare le altre regioni a noi non sta bene. Se danneggia ancora il Sud dovranno passare sul mio cadavere. Se si applica il costo medio o mettiamo più tasse o dobbiamo tagliare dalle regioni e non mi pare il caso”. Altro tema su cui lo scontro con la Lega riaffiora è quello dell’ex Ilva, vertenza su cui “si uscirà con il buon senso”, secondo Di Maio. Che spiega, però, di non voler “accettare ricatti”. Ma Di Maio attacca direttamente Salvini: “La crisi non si risolve con un tweet o con un'affermazione nel suo salotto: mi spiace se ieri sera c’è stata una certa interferenza. Se si dice che ha ragione Arcelor Mittal, praticamente si sta danneggiando la trattativa”.