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Sea Watch a Messina, sbarcano i migranti. Ong: “Nessuna anomalia, l’equipaggio è in salute”

La nave Sea Watch è approdata questa mattina al porto di Messina. Le autorità hanno disposto un periodo di quarantena a terra per i migranti salvati; mentre i membri dell’equipaggio saranno in isolamento a bordo della nave. Linardi: “Le operazioni di soccorso opssono ritenersi compiute solo una volta avvenuto lo sbarco in un luogo sicuro, che non è la nave”.
A cura di Annalisa Cangemi
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AGGIORNAMENTO: La nave Sea Watch 3, con a bordo 194 migranti salvati nel Mediterraneo, al largo della Libia, è approdata al porto di Messina. Pochi minuti fa è iniziato lo sbarco dei 194 migranti a bordo, che ha messo fine al braccio di ferro tra l'ong e il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci: "Lo sbarco è iniziato. Il personale sanitario USMAF è a bordo. Sea Watch ha messo a disposizione il proprio team di 5 medici fornendo dati sulla situazione. A tutti viene misurata la temperatura. L'equipaggio è in salute. Nessuna anomalia riscontrata. Scendono i primi naufraghi", ha fatto sapere Sea Watch su Twitter.

Nella serata di ieri l'ong aveva fatto sapere che, per precauzione e per evitare eventuali contagi legati al coronavirus, le autorità hanno disposto un periodo di quarantena "a terra" per le persone soccorse, e "a bordo" per i membri dell'equipaggio. "Nel rispetto delle precauzioni sanitarie adottate riteniamo discriminatoria l'applicazione esclusiva della misura a navi ong", aveva scritto in serata l'organizzazione umanitaria tedesca in un tweet.

La decisione è stata presa anche per rispondere alle sollecitazioni del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che in un primo momento aveva chiesto che venisse imposto alle persone soccorse in mare un periodo di isolamento a bordo del natante, evidenziando il rischio di contagi. Ma la sua richiesta non è stata accolta, ed è stata pesantemente criticata, perché considerato un provvedimento smisurato e discriminatorio e razzista nei confronti dei naufraghi. Poi, in serata, in una lettera inviata al premier Giuseppe Conte Musumeci aveva parlato di "rilevanti criticità sotto il profilo igienico-sanitario" presenti nell'hotspot di Messina, la caserma Gasparro-Bisconte, centro ritenuto non idoneo a ospitare i migranti per un lungo periodo. Ad accogliere i migranti sul molo Norimberga ci sono le forze dell'ordine e il personale dell'Asp.

"Le autorità hanno predisposto quanto necessario per le procedure di sbarco – ha detto la portavoce Giorgia Linardi – Per ora sappiamo che il nostro equipaggio osserverà un periodo di quarantena a bordo. Le dichiarazioni del Presidente Musumeci sono politiche e non ci sono pervenute tramite i canali ufficiali. Sarebbero evidentemente misure disastrose da un punto di vista umanitario e sanitario, e nessuna autorità di salute pubblica potrebbe promuoverle senza la consapevolezza di creare ad hoc le condizioni per una situazione disumana e di precarie condizioni a bordo. La nave trasporta al momento 10 volte il numero regolare di persone previste per quel tipo di unità a seguito di tre operazioni di soccorso che, come ci impone il diritto e le motivazioni della Cassazione sul caso Rackete, possono ritenersi compiute solo una volta avvenuto lo sbarco in un luogo sicuro, che non è la nave".

"Le rilevanti criticità emerse sotto il profilo igienico-sanitario dell'hotspot di Messina denunciate da Musumeci svelano un problema cronico della struttura – ha aggiunto ancora Giorgia Linardi all'Adnkronos – Inoltre, il riferimento al fatto che l'hotspot costituisca un luogo di transito contraddice le recenti pratiche. I richiedenti asilo vi sono rimasti per lungo tempo in regime di semi-detenzione, per esempio dopo la missione di Carola Rackete. In questo senso le dichiarazioni del Presidente della Regione dovrebbero portarci a riflettere sulle condizioni di prima accoglienza in Italia".

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