Sea Watch 3 con 201 persone chiede un porto sicuro: “Migranti hanno bisogno di cure mediche a terra”
La situazione a bordo della nave Sea Watch si fa sempre più critica, soprattutto per le condizioni mediche dei sopravvissuti al naufragio che si trovano a bordo, e che necessitano di urgente assistenza a terra. Fino ad ora nessuna indicazione di Pos è arrivata dalla autorità italiane.
Sono già dieci le evacuazioni mediche dalla nave umanitaria: dopo le cinque persone, tra cui due donne, che sono state portate a Lampedusa dagli uomini della Capitaneria di porto, altre quattro persone hanno lasciato oggi l'imbarcazione. A bordo restano 201 persone: in particolare 164 uomini, 37 donne, 7 minori accompagnati e 29 non accompagnati.
"La situazione medica negli ultimi giorni è stata molto complessa e l'équipe medica, oltre a tutto l'equipaggio, sta lottando per fornire a tutti un'assistenza adeguata – ha raccontato Ruby, medico di bordo -. I 29 sopravvissuti all'annegamento di massa sono in pessime condizioni. Molti di loro hanno visto i parenti annegare proprio accanto a loro, hanno trascorso ore in acqua lottando per la propria vita e hanno urgente bisogno di cure psicologiche a terra". Insieme a loro ci sono anche circa 20 naufraghi che presentano gravi ustioni. "Cerchiamo di fornire un'adeguata assistenza – fanno sapere dall'ong -. Abbiamo già evacuato 10 persone dalla nostra nave perché erano in condizioni di vita precarie, ma ora l'emergenza continua a crescere. Chiediamo con urgenza un porto sicuro per le persone a bordo così da evitare ulteriori sofferenze".
Sabato l'equipaggio della nave umanitaria ha assistito all'ennesima tragedia nel Mediterraneo centrale. Dopo aver ricevuto un Mayday, l'imbarcazione della ong è giunta sul luogo di un naufragio, dove un gommone stava affondando e decine di persone erano in acqua. Era presente anche la cosiddetta guardia costiera libica, e c'era una situazione di estremo caos. "Avevamo informazioni su almeno 50 persone in difficoltà, ne abbiamo salvate 34. Temiamo che molte siano annegate", ha riferito l'ong sui social. Gli stessi superstiti hanno poi confermato che inizialmente sulla barca c'erano 53 persone, e molti di loro sono stati inghiottiti dalle onde. Dopo la quinta operazione di salvataggio effettuata in 24 ore, i volontari dell'ong hanno salvato altre 87 persone.
"C’è un’altra guerra che si combatte alle porte dell’Europa – ha commentato il deputato Pd Erasmo Palazzotto – Ieri (sabato ndr) l’equipaggio della Sea-Watch, da qualche giorno coinvolto in diversi salvataggi, è stato testimone di una tragedia con molti dispersi. Ha soccorso un’imbarcazione in pericolo con oltre 50 persone già in acqua, il gommone era affondato e decine di persone stavano lottando per non annegare. La guardia costiera libica era sul posto e la situazione era estremamente caotica. L’equipaggio di Sea-Watch è stato testimone di come purtroppo, per alcune persone, i soccorsi siano arrivati troppo tardi. I sopravvissuti raccontano di aver visto parenti affogare. Nel Mediterraneo centrale si continua a morire perché mancano i soccorsi. Non possiamo continuare ad avere due pesi e due misure. L’Europa accolga e protegga chiunque fugge da guerra e da violazioni dei diritti umani. I diritti devono valere per tutti, o non sono diritti".