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Se si ritorna “al regime”, Grillo rischia il dimenticatoio

Dopo mesi di agitazioni e abboffate mediatiche, un governo potrebbe fare da narcotico, o meglio da nutrizionista per sedare lo stato di sommossa potenziale. Dopo aver evitato il rischio (o aver perso la chance) di essere protagonista, il M5s corre il rischio di passare sotto silenzio.
A cura di Andrea Parrella
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A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si becca. Il detto faceva più o meno così e sembra clamorosamente appropriato per i tempi che corrono. D'altronde la corsa al complottismo gioca sempre brutti scherzi, piace molto di più pensare che esistano poteri oscuri e giochi opachi nelle stanze dei bottoni, perché in qualche modo la cosa ci dà pure modo di scrollarci qualche colpa di dosso. E' in questo guado che può rischiare di cadere il MoVimento 5 Stelle, adesso. Si specifica l'avverbio di tempo, perché è più che evidente da oggi in poi si proverà a perseguire una strada politicamente convenzionale (è un'accezione neutra, ma pure un po' negativa), che non contempli attivamente un movimento che per quaranta e più giorni ha corso il pericolo, o avuto la chance (mai lo capiremo), di fare il Virgilio del paese, con tutti i pro e i contro del caso.

E' palese che un misto di conservatorismo e ragionevole insofferenza alla supponenza grillina, abbia guidato i partiti a trovare un'altra strada. Hanno provato a dare la colpa ai novelli delle camere, senza riuscirci, si sono ritrovati un boomerang di ritorno chiamato Colle. Al MoVimento 5 stelle, in questo momento, basterebbe trovare una qualsiasi parola dall'ultima sillaba terminante in a accentata, per ritrovarsi in piazza migliaia di persone. Ma ora si avvista la salita. Perché diciamoci la verità, l'immobilismo forzato di questo primo mese e mezzo di legislatura è stato, a dispetto delle apparenze, forza cinetica per quelli di Grillo; ne è venuta fuori una telenovela per la quale, alla fine di ogni puntata ci si chiedeva sino a che punto di potesse arrivare, tanto inusuale era la situazione. E' la parabolade cibo durante le feste di Natale: mangio fino a Natale e poi mi regolo. Vabbè dai, facciamo Capodanno ma poi basta, dieta ferrea. Negli ultmim cinquanta giorni ci sono stati sempre limiti a cui tendere, prima le consultazioni per il governo, poi l'affaire delle commissioni, ancora il Quirinale.

Adesso, eccolo l'avverbio, incombe il pericolo naftalina. E la naftalina non fa di certo bene ad un movimento di protesta che è nato e cresciuto nella realtà italiana, una realtà obiettivamente dopante dove protesti pure guardando la tv di stato. Quello che loro chiamano inciucio sarà probabilmente il tentativo di un ritorno al regime (il senso ambiguo della parola non è inopportuno in questo caso): oggi conosceremo probabilmente i nomi dei nutrizionisti che si occuperanno della dieta. Ebbene che Grillo e i suoi stiano attenti, perché la situazione parossistica in cui versa l'Italia tenderà probabilmente ad ingigantire ed edulcorare l'azione iniziale di una qualsiasi compagine di governo, alla quale il M5s ha già detto che farà opposizione. Concita De Gregorio (anzi, il suo ciuffo), diceva con sicumera, iersera a Ballarò, che quest momento è la sintesi di un sistema che sta morendo. Io dico che al momento basta davvero poco per darci l'impressione del sollievo: poco è sempre meglio che niente. "Adesso" i riflettori potrebbero spegnersi per un po' e, vista l'omologazione locale con la tendenza nazionale (Crocetta e il M5s si voltano definitivamente le spalle?), il rischio dimenticatoio è decisamente dietro l'angolo.

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