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Elezioni politiche 2022

Se la destra avrà il 70% del Parlamento, la “non destra” potrà prendersela solo con la sua follia

Nessuno se la prenda con la legge elettorale, con le tv di Berlusconi o con gli hacker russi. Se Letta, Conte, Calenda consegneranno l’Italia al primo governo guidato da un partito post fascista d’Europa, con la più grande maggioranza parlamentare mai vista, sarà solo colpa loro.
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L’ha detto davvero, il segretario del Partito Democratico Enrico Letta: “Con un 4% in più a noi si evita che il centrodestra abbia il 70% dei seggi”. E l’ha detto davvero, Giuseppe Conte, che Letta “è arrogante”, perdendo l’ennesima occasione di rivolgere almeno una volta la propria attenzione al trio Meloni-Salvini-Berlusconi, che quel 70% degli emicicli se lo sta prendendo passeggiando. E del resto, per completare il cerchio, l’ha detto anche Carlo Calenda, con un discreto spregio del ridicolo, che se la gente vota il Terzo Polo è più probabile un quasi pareggio che riporti Mario Draghi alla Presidenza del Consiglio.

Di vincere non se ne parla, insomma. E nemmeno di rivolgere anche un briciolo di attenzione a chi vincerà. Ed è piuttosto surreale, se si pensa che Pd, Cinque Stelle e Terzo Polo rischierebbero di vincere, se fossero alleate. Anzi, andasse particolarmente bene agli uninominali potrebbero pure restituire agevolmente il cappotto che la destra gli recapiterà a casa il prossimo 25 settembre.

Miracoli delle strategie elettorali, e della vanagloria narcisistica di leader convinti di poter vincere da soli, o anche solo di sopravvivere a una sconfitta che va al di là dell’epocale con un discreto risultato di partito. E che in funzione di questo discreto risultato stanno lottando da settimane per sottrarsi briciole l’un l’altro, come se in gioco a queste elezioni ci fosse semplicemente la supremazia dell’opposizione.

Ognuno è libero di scegliere la propria morte politica, sia chiaro. Ma a questo giro, sia chiaro, non ci sono scuse,. Non c’è legge elettorale che tenga, visto che con l’orrendo Rosatellum la “non destra” poteva pure vincere, avesse deciso di partecipare. Non c’è dominio mediatico che tenga, nemmeno, perché con l’avvento dei social network, e al netto di quattro talk show che guardano elettori che già hanno deciso di votare Salvini e Meloni, i tempi del dominio mediatico di Berlusconi sono preistoria. Non c’è nemmeno l’ingerenza degli hacker e delle bestie russe, come accadde nel 2016 della combo Brexit-Trump, visto che la grande favorita a Palazzo Chigi fa professione di atlantismo ed europeismo una volta sì e l’altra pure.

Nulla di nulla, insomma. Solo l’incredibile autolesionismo di una congrega di pseudo leader che per mille ragioni che forse uno psicologo indagherebbe meglio di quanto possa fare un politologo hanno deciso di consegnare l’Italia al primo governo guidato da un partito post-fascista d’Europa, assicurandogli la più ampia maggioranza che sia mai vista dal 1948 a oggi. Il tutto nel mezzo di una crisi climatica di cui nessuno parla, nella lunga coda di una pandemia di cui nessuno parla, nella più grande transizione tecnologica che il mondo ricordi, di cui nessuno parla.

Fortuna che tutto questo accada in un Paese di cui nessuno parla più, e dei cui destini l’umanità non avrà di che dolersi, altrimenti sarebbero davvero guai.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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