Cosa sarebbe successo se la manifestazione dei parlamentari del Popolo della Libertà si fosse tenuta solo due anni fa? Cosa avrebbero detto gli esponenti del Partito Democratico di fronte ad una occupazione (simbolica, per carità) di un Palazzo di Giustizia, nel pieno di indagini, dibattimenti e fasi processuali di vario tipo che vedono imputato Silvio Berlusconi? Come avrebbero reagito i democratici all'appello al Capo dello Stato "in qualità di Presidente del Csm e garante delle istituzioni"? Probabilmente con dichiarazioni sdegnate, ipotesi di contro – manifestazioni, messaggi di solidarietà ai giudici di Milano, allarmi sulla "deriva golpista", sulla tenuta della democrazia e via discorrendo. Invece, nel pieno di una crisi politica ed istituzionale senza precedenti, il nulla pressocché assoluto. Solo una dichiarazione criptica di Bersani e qualche sparuto commento. Un vuoto politico ed ideologico del quale approfittano tutti.
Berlusconi in primis. Il Cavaliere in effetti sa bene che la debolezza attuale del Pd è tutta nello stallo parlamentare e ovviamente prova a spingere sull'acceleratore, certo di avere via libera. Del resto il Pdl al momento non ha alcun "obbligo" o responsabilità nella gestione ordinata della crisi e dunque può concentrarsi sull'unico vero obiettivo: costruire uno scudo giudiziario per Berlusconi, atteso da una serie ravvicinata di "incombenze": appello Mediaset, processo Ruby e caso De Gregorio. E se non fosse per la scadenza del settennato di Napolitano (che complica un po' i calcoli di Alfano e compagni), non ci sarebbe nemmeno da conservare alcun residuo di "decoro istituzionale" (e l'Aventino è solo rinviato, non cancellato definitivamente).
Poi c'è Grillo. Il quale ha approfittato subito dell'incertezza e della timidezza del Pd per occupare il campo dell'antiberlusconismo, sgombrando il campo dai dubbi e posizionando in maniera decisa il Movimento 5 Stelle. Solidarietà ai giudici di Milano, sì ad una eventuale richiesta di arresto per Berlusconi e sostegno alla linea che vuole "ineleggibile Berlusconi in quanto proprietario di concessioni pubbliche". Quello che il Pd non riesce più nemmeno a dire, stretto fra calcoli pre elettorali e strategie parlamentari.
