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“Se aumenta l’Iva il Governo cade”

Il Popolo della Libertà pronto allo scontro per evitare l’aumento dell’Iva ad ottobre. Letta ora rischia sul serio.
A cura di Redazione
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"Faremo la riforma dell'Iva in senso europeo nella legge di Stabilità. Per il 2013 l'impegno è di non aumentare l'Iva a ottobre. O l'Iva non aumenta a ottobre o non c'è più il governo". A ribadire una volta di più il rischio che il Governo Letta, passato indenne dal voto della Giunta per le Elezioni sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, cada sui temi economici è Renato Brunetta. Il capogruppo del Popolo della Libertà, ai microfoni di Radio Anch'io, ha infatti nuovamente alzato la voce contro le indiscrezioni che vogliono l'esecutivo più cauto sulla annunciata rinuncia all'aumento dell'Iva ad ottobre: "Saccomanni ha l'obbligo, il dovere di prospettare le coperture. Ieri ho mandato a Letta sette possibili coperture, le cose non sono facili ma è necessario in un governo di coalizione cercare insieme soluzioni. Non accetto i diktat di Saccomanni".

Ma le considerazioni di Brunetta sono condivise, nella sostanza più che nei toni, anche dagli stessi ministri del Popolo della Libertà. Maurizio Lupi, in particolare, ha ribadito in una intervista al Messaggero quanto detto da Berlusconi nelle scorse ore: "Noi siamo e saremo coerenti: il governo vivrà se realizzerà le cose per cui è nato, prima fra tutte portarci fuori dall'emergenza economica e diminuire la pressione fiscale per rilanciare il Paese". Certo, continua il ministro dei Trasporti, "siamo leali, ma le preoccupazioni per Letta vengono dal Pd e dalla voglia di Renzi di asfaltare il centro-destra".

Insomma, la sensazione è che anche questa volta le mosse del ministro Saccomanni saranno oggetto di scontro politico, anche se il punto resta quello di garantire le risorse per tutti gli altri provvedimenti messi in campo dal Governo. Una missione non semplice, anche perché l'intenzione del Governo resta quella di non aumentare la pressione fiscale (che del resto è a livelli difficilmente sostenibili dal sistema Paese), ma anzi di mettere in campo strumenti per diminuirla (almeno sul lavoro).

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