La decisione dei "volontari italiani" di Wikipedia di reindirizzare tutti gli utenti del portale su un comunicato di protesta nei confronti del tanto discusso comma 29 del ddl intercettazioni, non poteva certamente passare inosservata. Il peso, il valore e la forza dell'enciclopedia libera sono tali da aprire un vero e proprio fronte del dissenso all'interno della Rete, come testimoniano le centinaia di migliaia di adesioni in poche ore alle "pagine di sostegno" e le migliaia di condivisioni di contenuti schierati a difesa di Wikipedia. Ma c'è di più. Quello dei volontari italiani di Wikipedia è infatti un vero e proprio "atto politico". Non è solo una forma estrema di protesta verso un provvedimento controverso e contestato dalla quasi totalità degli utenti della Rete, non è solo l'estrema ratio per manifestare un dissenso verso un comma di un provvedimento che ancora deve essere discusso al Senato. Se si fosse trattato solo di questo, i volontari si sarebbero limitati a forme di protesta "tradizionali", contribuendo magari a raccogliere firme, mandare segnali, insomma a quella mobilitazione complessiva che solo due anni fa aveva costretto il Governo a "rimettere nel cassetto la norma ammazza – blog".
No, quello di Wikipedia Italia è prima di tutto un segnale. Un messaggio forte e chiaro. Destinato non solo a questa classe politica (che, ma qui il discorso si farebbe necessariamente ampio, del web dimostra ancora una volta di non aver compreso poi molto), ma ad ogni utente della Rete. E a rafforzare questa impressione non è solo il richiamo all'articolo 27 della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, che recita appunto:
«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»
Vi è anche una decisa (ri)affermazione di quello che è uno dei tratti distintivi di un certo modo di intendere il web e soprattutto del valore che hanno le informazioni e la trasmissione del sapere. In sostanza, nell'universo di Wikipedia non può esserci spazio per censure o boicottaggi, non servono filtri ed imposizioni dall'altro, poichè il "sistema" è puro, trasparente e (per quanto possa sembrare incredibile alle nostre menti) tutto sommato "giusto". Wikipedia ha già modo di controllare le diffamazioni e le notizie errate. Gli utenti di Wikipedia sanno già distinguere le notizie tendenziose, faziose e inappropriate. La community dei volontari è il luogo in cui l'unico metro di valutazione è rappresentato dal merito e dalla completezza delle informazioni. L'unico posto (ahinoi) dove il confronto e la condivisione sono presupposti irrinunciabili e allo stesso tempo base programmatica di ogni progetto concreto. Insomma, Wikipedia (pur con tutte le contraddizioni implicite in un sistema così ampio e complesso) è la testimonianza diretta che è possibile immaginare un "universo – mondo" ispirato a principi di libertà, condivisione, democrazia e confronto. Con buona pace della nostra vecchia politica…