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Scuole chiuse, Floridia (M5s) a Fanpage: “Non hanno senso se ragazzi possono incontrarsi in piazza”

“Che i ragazzi non possano andare a scuola per precauzione ma poi siano liberi di incontrarsi nelle piazze o nei centri commerciali non lo trovo molto ragionevole, la misura rischia di avere costi sociali altissimi senza un corrispettivo adeguato beneficio”: così la nuova sottosegretaria all’Istruzione, la Cinque Stelle Barbara Floridia, in un’intervista con Fanpage.it sulle priorità del nuovo governo per la scuola.
A cura di Annalisa Girardi
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Fonte: Facebook
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Ieri i sottosegretari del nuovo governo di Mario Draghi hanno prestato giuramento a Palazzo Chigi. Sono quindi operativi e pronti ad affrontare le diverse priorità. All'Istruzione c'è Barbara Floridia, esponente del Movimento Cinque Stelle. Abbiamo fatto il punto con lei sulla scuola, parlando di chiusure, protocolli di sicurezza e assunzioni degli insegnanti.

Ieri Lei ha giurato come sottosegretaria al nuovo ministero dell’Istruzione. Quali saranno i punti di continuità con l’esperienza precedente, quella guidata dalla sua collega Cinque Stelle Lucia Azzolina, e quali invece i temi su cui c’è bisogno di una svolta?

L'esperienza di Lucia Azzolina al ministero dell'Istruzione ha riportato la scuola al centro del dibattito pubblico e politico, non con le parole ma con i fatti. In un solo anno sono stati stanziati per l'istruzione oltre 10 miliardi di euro, una cifra enorme in netta controtendenza con i tagli che hanno caratterizzato il passato. Su questo percorso si deve andare avanti. La vera svolta sarà mantenere il mondo della scuola e le sue esigenze centrali e lavorare su percorsi di sempre maggiore innovazione e di inclusione, preparando i nostri studenti alla grande sfida della nostra generazione: la transizione ecologica.

Negli ultimi giorni si è parlato anche molto della chiusura delle scuole in zona rossa, una novità del nuovo Dpcm. Cosa può dirci a riguardo?

Il Comitato tecnico scientifico ha evidenziato un impatto significativo delle varianti sulle fasce più giovani della popolazione e un più alto indice di contagio. Nel Dpcm si dispone la chiusura di tutti gli istituti nelle zone rosse e la possibilità di adottare la medesima misura nelle aree ad alto rischio con 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti: sono misure che non accettiamo facilmente ma che gli scienziati indicano come necessarie. Ricordo però che il CTS raccomanda al contempo il mantenimento dell'attività scolastica in presenza in quelle situazioni epidemiologiche compatibili con le zone bianche, gialle e il più possibile anche nelle zone arancioni. Mi auguro pertanto che i Presidenti di Regione si attengano alle esclusive chiusure localizzate, specifiche e limitate nel tempo, ricordandosi che la chiusura delle scuole deve essere sempre un provvedimento eccezionale circoscritto a situazioni gravi.

L’ex ministra Azzolina ha definito la chiusura delle scuole come una “scorciatoia”. Lei cosa ne pensa? È d’accordo?

Che i ragazzi non possano andare a scuola per precauzione ma poi siano liberi di incontrarsi nelle piazze o nei centri commerciali non lo trovo molto ragionevole, la misura rischia di avere costi sociali altissimi senza un corrispettivo adeguato beneficio.

Rispetto ai protocolli di sicurezza nelle scuole che resteranno invece aperte, secondo Lei le linee guida in vigore si sono dimostrate efficaci o c’è bisogno di qualche cambiamento?

I dati ci indicano che i protocolli finora in uso si sono rivelati efficaci. È chiaro che bisogna andare avanti aumentando, se possibile, le misure di sicurezza. Bisogna continuare la campagna di vaccinazione per il personale scolastico che ha già visto vaccinati più di 185.000 unità e, per esempio, si potrebbe fornire il personale scolastico di mascherine Ffp2. La comunità scolastica italiana ha dimostrato di saper rispettare le regole, e questo dovrebbero riconoscerlo tutti.

Nei mesi scorsi alcune delle critiche a questi protocolli di sicurezza affermavano che non avesse senso rispettare regole molto severe in classe quando poi i ragazzi si dovevano viaggiare su scuolabus e trasporti assembrati per tornare a casa. Quali sono le priorità in questo senso? Lavorerete a stretto contatto con il ministero dei Trasporti?

Assolutamente sì. La priorità è quella di garantire che lo sforzo del mondo della scuola possa essere supportato anche da quelle istituzioni che lavorano al di fuori delle mura scolastiche. Oltre al ministero dei trasporti sarà importante continuare il lavoro proficuo messo in campo da questo ministero insieme agli enti locali ed ai prefetti.

Lei da insegnante è sempre stata molto attente al tema dei docenti precari: cosa farà il ministero su questo fronte?

Il precariato è un problema annoso che ereditiamo da anni di scarsi investimenti e di mancata visione nel mondo della scuola. Dobbiamo proseguire sul percorso già tracciato: si è da poco concluso il concorso straordinario che porterà alla stabilizzazione di più di 30 mila precari. In totale si prevede l'assunzione di quasi 80 mila tra insegnanti e personale ATA. Questa è la strada giusta perché abbiamo il dovere di abbattere il precariato e garantire una selezione meritocratica.

Un’ultima cosa: ha un messaggio da rivolgere agli studenti su cosa aspettarsi da questi ultimi mesi di anno scolastico?

Ragazzi, vivete la comunità scolastica non per quadrimestri, trimestri e anni scolastici ma vivetela ogni giorno come se il presente fosse l’unica opportunità per apprendere una lezione nuova e guardate al vostro cammino di studentesse e studenti come progetto per la piena realizzazione di voi stessi.

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