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Scuola, via libera del Consiglio dei ministri al reclutamento dei docenti: 70mila posti in due anni

Il ministro Bianchi annuncia il via libera alla riforma del reclutamento degli insegnanti: pronti 70mila posti di ruolo per concorso entro il 2024.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla riforma del reclutamento degli insegnanti. Ad annunciarlo è stato il ministro Bianchi, che ha difeso il provvedimento nonostante la perplessità dei sindacati manifestata durante l'incontro delle scorse settimane: "Oggi facciamo un ulteriore passo avanti per dare stabilità al sistema d'Istruzione – ha detto il titolare di viale Trastevere – Prevediamo un percorso chiaro e definito per l'accesso all'insegnamento e per la formazione continua dei docenti lungo tutto l'arco della loro vita lavorativa. Puntiamo sulla formazione come elemento di innovazione e di maggiore qualificazione di tutto il sistema". Poi Bianchi ha anche confermato la previsione, entro il 2024, di 70mila assunzioni di ruolo attraverso concorsi annuali.

"Gli insegnanti sono il perno dei nostri istituti e devono avere un quadro strutturato di inserimento, il giusto riconoscimento professionale e strumenti che consentano un aggiornamento costante, indispensabile per svolgere il loro compito di guida delle nuove generazioni", ci ha tenuto a sottolineare Bianchi. La nuova riforma si basa su tre perni: percorsi certi per chi vuole insegnare; una definizione più chiara degli obiettivi e delle modalità della formazione dei docenti durante tutto il loro percorso lavorativo; concorsi annuali per reclutare con costanza il personale.

Il ministro Bianchi ha spiegato che questa riforma serve anche ad "aprire le porte ai giovani". Il percorso di formazione che abilita all'insegnamento si potrà svolgere sia dopo la laurea che durante gli studi. Alla fine c'è un periodo di tirocinio nelle scuole, con un test finale che comprende una lezione simulata. L'abilitazione permetterà di accedere ai concorsi annuali. Una volta assunti con concorso ci sarà un anno di prova, che si concluderà anche in questo caso con una valutazione finale. In caso di esito negativo sarà possibile ripetere un altro anno di prova.

La formazione dei docenti "diventa continua e strutturata in modo da favorire l'innovazione dei modelli didattici, anche alla luce dell'esperienza maturata durante l'emergenza sanitaria e in linea con gli obiettivi di sviluppo di una didattica innovativa previsti nel Pnrr", ha spiegato il ministro Bianchi. Questo legame tra il reclutamento e la formazione, che fanno parte della stessa riforma, è stato criticato dai sindacati di categoria.

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