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Scuola, Valditara dice che ha stanziato 3 mld per contratto docenti, Avs: “Mente, erano soldi già assegnati”

In merito agli stipendi degli insegnanti italiani, il ministro dell’Istruzione Valditara ha ricordato di aver stanziato per il nuovo contratto 3 miliardi. Piccolotti (Avs): “Fa demagogia, i fondi che ha utilizzato per l’ultimo rinnovo contrattuale era stati già stanziati dal precedente governo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Alleanza Verdi Sinistra e Pd hanno presentato due interrogazioni sul fenomeno del precariato a scuola al ministro dell'Istruzione Valditara, nell'ambito del Question time, dopo che la Commissione Europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, per non aver posto fine all'uso abusivo dei contratti a tempo determinato e alle condizioni di lavoro discriminatorie.

"La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia Ue per non aver posto fine all'uso eccessivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie nella scuola. Per questo vogliamo sapere dal governo se intende intervenire con urgenza, procedendo all’immissione in ruolo, in primis utilizzando le graduatorie di tutti i precedenti concorsi, su tutti i posti vacanti e disponibili per i docenti, facendo lo stesso per il personale Ata, e stabilizzando i posti di sostegno, per dare prospettive certe a chi oggi, da lavoratore precario, permette alla scuola di funzionare", si legge nell'interrogazione di cui è prima firmataria Elisabetta Piccolotti.

"Secondo la Commissione, l’Italia, – si legge nell’interrogazione – in piena violazione delle previsioni contenute nella Direttiva del Consiglio 1999/70/CE, non ha disposto norme necessarie per vietare la disparità di condizioni di lavoro e il ricorso abusivo a contratti a tempo determinato successivi; nel dispositivo si legge che la retribuzione dei docenti a tempo determinato “non prevede una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio. Ciò costituisce una discriminazione rispetto ai docenti assunti a tempo indeterminato, che hanno invece diritto a tale progressione salariale".

"Questa procedura di infrazione però non rappresenta affatto un fulmine a ciel sereno ma solo l’ultimo passaggio di un’azione che la Commissione aveva avviato con l'invio di una lettera di costituzione in mora alle autorità italiane, nel luglio 2019. Poi una seconda lettera nel dicembre 2020 e un’altra nell'aprile 2023. Secondo il rapporto Education at a Glance 2024, che analizza le condizioni del settore dell'istruzione in tutto il mondo, l'Italia investe poco nella scuola: i docenti italiani in media sono i più anziani, con il 53% di insegnanti che ha oltre 50 anni rispetto al 37% della media OCSE. Attualmente, i docenti over 50 nell’istruzione primaria sono il 57%, nella scuola secondaria inferiore sono il 48%, mentre nella scuola secondaria superiore sono il 54%. Inoltre, l'Italia destina il 4,0 % del suo prodotto interno lordo alla spesa pubblica a sostegno degli istituti di istruzione, dal livello primario a quello terziario (incluso il settore Ricerca e Sviluppo) contro il 4,9 % della media dei paesi OCSE; un ulteriore dato di analisi riguarda le retribuzioni: l'OCSE confronta gli stipendi annuali, secondo un parametro di conversione che tiene conto del potere d’acquisto reale. Meno degli italiani guadagnano solo estoni, ungheresi, polacchi, greci, slovacchi, lettoni e croati. Siamo insomma il fanalino di coda del G7 e dei Paesi con PIL comparabili", si legge ancora nell'interrogazione di Avs.

"Occorre fare chiarezza sulla realtà dei fatti senza fare demagogia. Il 3 ottobre la Commissione Ue in un comunicato ha fatto sapere di aver deferito lo Stato italiano alla Corte Ue in ordine ad una procedura avviata nel 2019 che riguarda diverse categorie di lavoratori del settore pubblico, non solo il personale scolastico. Non sono ancora note le questioni specifiche che verranno poste alla Corte di Giustizia, il comunicato infatti dà solo atto della chiusura dell'istruttoria tecnica, i contenuti del ricorso verranno definiti nelle prossime settimane. La procedura comunque riguarda per la maggior parte scelte prese dai precedenti governi. Questo governo è intervenuto per allineare il trattamento economico dei docenti precari rispetto a quelli di ruolo, all'atto dell'assunzione a tempo indeterminato, attraverso la revisione della ricostruzione di carriera, un'operazione con l'investimento di 21 milioni di euro 2023, 30 milioni nel 2024, e 21 milioni a decorrere dal 2025", ha precisato il ministro dell'Istruzione Valditara.

"L'impegno del governo è quello di ottenere dall'Ue maggiori margini di flessibilità nella revisione della riforma del reclutamento. Per quanto riguarda gli stipendi dei docenti italiani in rapporto a quelli dei Paesi OCSE preciso che i dati si riferiscono a dati del 2022, e non tengono conto dell'ultimo aumento stipendiale contenuto nel contratto firmato a gennaio 2024. Dopo il 2009, ultimo contratto firmato, sono passato 11 anni, fino al 2020 e in questo periodo i docenti italiani non hanno mai avuto un rinnovo contrattuale. La discesa rispetto alle graduatorie europee deriva da questa vacanza contrattuale di 11 anni. Nel 2020 il contratto è stato del tutto inadeguato alle esigenze stipendiali dei docenti italiani. Dobbiamo proseguire con gli aumenti contrattuali iniziati con il contratto firmato a gennaio 2024 e abbiamo non a caso stanziato infatti 3 miliardi per arrivare a una nuova definizione contrattuale".

"In fantomatiche riviste di settore si dice che i docenti precari della scuola sarebbero 250mila: questa cifra non si arriva nemmeno sommando oltre i docenti anche il personale Ata. Le supplenze effettive per questo anno scolastico sono infatti ad oggi 140mila di cui 102mila su posti di sostegno. Queste ultime a fronte di un trend consolidato negli anni scolastici precedenti potranno aumentare al massimo di 15mila unità, tanto da portare il totale di supplenze a circa 155mila, con una diminuzione di almeno 5 mila unita' rispetto agli anni precedenti", ha aggiunto Valditara.

La replica di Piccolotti

"Lei mi accusa di demagogia, ma è lei che fa demagogia sugli stipendi dei docenti italiani, perché lei sa benissimo che i fondi che ha utilizzato per l'ultimo rinnovo contrattuale era stati già stanziati dal precedente governo. E sa che le risorse che stanzierete non sono sufficienti nemmeno a recuperare il tasso di inflazione reale. Siamo in una situazione gravissima. avete chiesto sacrifici a tutti e pensiamo che li farete fare anche ai docenti, in particolare ai precari. Lei nasconde dietro l'Unione europea, ma la verità è che ci sono molti posti vacanti e disponibili su cui non state facendo le assunzioni. Sono 38mila i precari Ata e 102mila sono i precari sul sostegno. Non si vede nessun impegno da parte di questo governo nel tentativo di stabilizzare il personale precario".

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