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Scuola, troppi precari tra i docenti: la Commissione Ue avvia procedura d’infrazione contro l’Italia

Troppi precari a scuola. La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione contro l’Italia sui contratti insegnanti a tempo determinato: il nostro Paese non ha adeguato la legislazione nazionale alla direttiva sul lavoro a tempo determinato.
A cura di Annalisa Cangemi
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Troppi precari tra gli insegnanti. La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura d'infrazione con una lettera di messa in mora all'Italia "per non aver adeguato la legislazione nazionale alla direttiva sul lavoro a tempo determinato".

Secondo la legge italiana, gli insegnanti a tempo determinato non hanno diritto ad una progressione retributiva progressiva in base ai periodi di servizio precedenti, a differenza degli insegnanti a tempo indeterminato. Per l'esecutivo Ue queste condizioni di lavoro violano il principio di non discriminazione dei lavoratori a tempo determinato e il diritto dell'Ue.

La Commissione europea ha deciso quindi di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all'Italia per non aver reso pienamente conforme la propria legislazione nazionale alla direttiva sul lavoro a tempo determinato (direttiva del Consiglio 1999/70/CE). Il nostro Paese ora ha due mesi per rispondere e affrontare le carenze sollevate dall'esecutivo Ue. In assenza di una risposta soddisfacente, Bruxelles può decidere avanzare nella procedura, con il parere motivato.

A ottobre 2924 la Commissione europea aveva già avvisato l'Italia, comunicando la decisione di deferirla alla Corte di Giustizia dell'Ue, proprio perché il nostro Paese ha posto fine, come richiesto in precedenza, all'uso eccessivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie nella scuola. Come si osserva, in base ai dato di Tuttoscuola, il numero di docenti con contratto a tempo determinato è continuato a crescere negli anni: erano 100mila nel 2015-16, 135mila nel 2017-18, 212mila nel 2020-21, fino ai 235mila del 2022-23. Nell'ultimo anno i sindacati dicono che si contano 250mila precari nella scuola, anche se per il il ministero dell'Istruzione le cifre sarebbero più basse, 160mila.

Il fenomeno non è presente in modo omogeneo sul territorio: a fronte di un tasso di precarietà del 25% a livello nazionale, a Milano raggiungono il 37%, a Lodi addirittura il 43%. Più bassa l'incidenza al sud: a Napoli il 20%, ad Agrigento il 10%.

Le reazioni

"Una questione solo italiana, la piaga del precariato. Preoccupante che ancora una volta la Commissione Europea avvii una procedura d'infrazione contro l'Italia per abuso di contratti a termine, già si è verificato in passato e nulla è stato risolto". È il commento del coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Vito Carlo Castellana. "Gli insegnanti italiani che siano di ruolo o non di ruolo, svolgono allo stesso modo le loro funzioni, non possono esistere docenti di serie A e di serie B – afferma Castellana – Una prassi che crea discriminazioni e alimenta forti disparita'".

In attesa di un riscontro che avvii un'inversione di rotta, la Gilda degli Insegnanti ha detto in una nota che si farà sempre portavoce dei principi di uguaglianza e giustizia che hanno come obiettivo ultimo la valorizzazione della professione.

La procedura d'infrazione aperta dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia sulle condizioni di lavoro degli insegnanti precari è una "mazzata" per il governo, secondo l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle (M5s), Valentina Palmisano.

"Gli insegnanti a tempo determinato non possono essere discriminati rispetto ai loro colleghi a tempo indeterminato, anche loro acquisiscono anzianità e hanno dunque diritto agli adeguamenti salariali", si legge nella nota.

"Al Parlamento europeo abbiamo ricevuto numerose petizioni di questa categoria di lavoratori e le abbiamo difese chiedendo ripetutamente l'intervento della Commissione europea, adesso arriva questa decisione alla quale il governo italiano deve dare risposta entro due mesi", ha aggiunto. "In Italia ci sono troppi precari anche nella pubblica amministrazione e troppo spesso le loro condizioni di lavoro sono sfavorevoli e discriminatorie. Perché il governo non punta con decisione sui concorsi straordinari come fece il governo Conte?".

"Con Valditara abbiamo visto solo un grande caos e pasticcio sulle settanta mila assunzioni previste dal Piano di ripresa e resilienza nazionale (Pnrr): doveva esserci un concorso per la loro assunzione invece ne sono stati previsti tre, di cui solo uno è stato espletato ma così il ritardo sulle assunzioni aumenta in maniera clamorosa", ha detto ancora Palmisano concludendo che "è arrivato il momento di intervenire, il governo Meloni non scappi ma affronti questa emergenza con un provvedimento di regolarizzazione di questi lavoratori".

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